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La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

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governativo fornito alla promozione dell’arte americana 92 . Pareva<br />

insomma che le macerie <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sseminata l’Europa fossero anche<br />

quelle della sua arte.<br />

In questo clima, acuito dalla Guerra fredda, l’Espressionismo<br />

astratto si impose all’attenzione mon<strong>di</strong>ale come l’arte in grado <strong>di</strong><br />

svolgere il ruolo <strong>di</strong> avanguar<strong>di</strong>a nel mondo libero occidentale. Ma<br />

anche l’Espressionismo astratto con<strong>di</strong>videva l’ambiguo privilegio<br />

delle avanguar<strong>di</strong>e primonovecentesche, vale a <strong>di</strong>re il paradosso <strong>di</strong><br />

produrre non un’arte accessibile o comprensibile capace <strong>di</strong> abolire<br />

le barriere intellettualistiche fra high e low, ma ancora una<br />

volta un’arte <strong>di</strong> elite, che nella versione formalista datane dal<br />

suo più sagace interprete, Clement Greenberg, <strong>di</strong>ventava il punto<br />

d’arrivo dell’evoluzione estetica europea iniziata con Manet. Nel<br />

suo frenetico oscillare fra spontaneismo e intellettualismo,<br />

insomma, l’Espressionismo astratto rimaneva inseparabile dal<br />

<strong>di</strong>scorso intellettuale che lo giustificava storicamente. Come<br />

rileva Antoine Compagnon, il grande successo <strong>di</strong> questa pittura 93 ,<br />

il cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> cui essa ancora gode a livello estetico e<br />

storiografico sono dovuti, per così <strong>di</strong>re, a motivi opposti alle<br />

sue manifeste intenzioni: al fatto che essa è stata interpretata e<br />

spiegata, almeno nel mondo anglosassone sempre alla ricerca <strong>di</strong> un<br />

background storico-culturale, come ultima metamorfosi <strong>di</strong> un<br />

processo <strong>di</strong> evoluzione espressiva che trova le sue ragioni solo in<br />

se stesso 94 .<br />

Se l’Espressionismo astratto è stato un’arte spontanea elevata<br />

dai suoi esegeti ad arte d’elite, la Pop art pare procedere<br />

inversamente: si può infatti parlare, in questo caso, <strong>di</strong> un’arte<br />

concettuale che <strong>di</strong>venta un’arte <strong>di</strong> massa. L’operazione è in sé<br />

ra<strong>di</strong>cale: portare lo spettatore ad accettare l’idea non dell’opera<br />

92<br />

S.Guilbaut, How New York stole the idea of Modern Art. Abstract<br />

Expressionism, Freedom and Cold War, The Chicago University Press, 1983;<br />

F.Stoner, Who paid the Piper ? The CIA and the cultural Cold War, Granta<br />

Books, 1999.<br />

93<br />

Tom Wolfe, cit. p.52, ammette tuttavia che il successo commerciale, per<br />

gli espressionisti astratti, non fu subitaneo come si potrebbe credere.<br />

94<br />

A.Compagnon, I cinque paradossi della modernità, Il Mulino, 1993,<br />

p.108.<br />

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