14.06.2013 Views

La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Perfino le avanguar<strong>di</strong>e storiche, del resto, nei loro insistenti<br />

tentativi <strong>di</strong> annullare il <strong>di</strong>vario fra arte e vita, paradossalmente<br />

non fanno altro che riproporre, per l’arte, la questione non tanto<br />

dei luoghi, ma <strong>di</strong> un luogo unico e totalizzante che contenga tutti<br />

gli altri, quello della creazione. Ma è a partire dal secondo<br />

dopoguerra che il sistema dell’arte si è <strong>di</strong>spiegato in tutto il<br />

suo impianto complesso, retto dall’inter<strong>di</strong>pendenza dei suoi<br />

elementi. L’idea <strong>di</strong> sistema non è dunque solo l’artificio teorico<br />

<strong>di</strong> molte e fondamentali letture sociologiche dei fenomeni<br />

artistici; il sistema è il luogo ove l’arte si dà o avviene,<br />

grazie al concorso <strong>di</strong> molteplici elementi in gioco. Primo fra<br />

tutti la critica.<br />

Questo processo che conduce a ricercare ed impiantare spazi<br />

ben specificati per l’arte - per le opere come per la fruizione -<br />

è lo stesso che finisce con l’assegnare all’esperienza artistica<br />

una <strong>di</strong>mensione altrettanto specifica e ben delimitata,<br />

concettualmente ed essenzialmente delimitata, nell’universo<br />

dell’esperire umano (a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> tutte le teorie che postulano<br />

l’allargamento dell’area estetica dell’esperienza). Il sistema<br />

dell’arte che si è consolidato in questi ultimi decenni è dunque<br />

imputabile a questo processo <strong>di</strong> spazializzazione/specializzazione,<br />

<strong>di</strong> deputazione <strong>di</strong> luoghi (fisici, funzionali, mentali, virtuali)<br />

entro cui l’arte può avvenire senza più alcuna esigenza <strong>di</strong><br />

motivarsi 70 , se non la propria autoriproduzione (che, a conti<br />

fatti, è anche quella del sistema stesso). In questa generale<br />

opera <strong>di</strong> autoriproduzione - che è anche, per molti aspetti che<br />

investono soprattutto la critica, <strong>di</strong> autoconservazione - il<br />

critico fa la sua parte.<br />

E’ il caso <strong>di</strong> notare, tuttavia, che parlando della critica<br />

in questi termini, noi <strong>di</strong> fatto continuiamo a pensarla più in<br />

relazione a ciò <strong>di</strong> cui si occupa, che non per ciò che è. Ed è<br />

questo, in ultima analisi, il <strong>di</strong>fetto od il residuo <strong>di</strong> ogni<br />

impostazione storicistica: che ci porta ad accettare le cose come<br />

dati <strong>di</strong> fatto; magari ci <strong>di</strong>ce come esse siano arrivate a quel<br />

70 Cfr. J.J.Charlesworth, The dysfunction of criticism, cit.<br />

69

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!