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La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

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“Più ci sono valori estetici sul mercato” egli afferma “meno c’è<br />

possibilità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio (e <strong>di</strong> piacere) estetico” 95 . Così la<br />

sparizione dell’arte è segnalata da due sintomi apparentemente<br />

opposti: da un lato la proliferazione esponenziale della sua<br />

funzionalità sistemica e me<strong>di</strong>atica, dall’altro l’emergere <strong>di</strong> un<br />

agnosticismo estetico che ci rende incapaci o impossibilitati a<br />

svolgere sui prodotti <strong>di</strong> questa proliferazione un <strong>di</strong>scorso che<br />

implichi un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> valore od una qualche analisi ontologica.<br />

In un mondo ove il potere pervasivo dei me<strong>di</strong>a consente la<br />

riproduzione totale dell’esistente e quin<strong>di</strong> una poderosa e<br />

continua opera <strong>di</strong> agnostica culturalizzazione (giacché quest’opera<br />

poderosa finisce con l’esprimere solo un’altrettanto poderosa<br />

tautologia del significante 96 ), anche l’arte accede al proprio<br />

grado xerox, quello in cui le immagini “ci permettono <strong>di</strong><br />

continuare a credere nell’arte eludendo la questione della sua<br />

esistenza” 97 .<br />

II<br />

A fronte <strong>di</strong> una crisi <strong>di</strong> statuto ontologico che dura da tutto il<br />

XX secolo, ma anche <strong>di</strong> una sostanziale assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />

pubblica sull’arte 98 , oggi sono in molti a chiedersi se l'arte sia<br />

veramente la cosa che gli artisti fanno 99 . Più che una cosa, da un<br />

certo punto <strong>di</strong> vista, essa somiglia <strong>di</strong> più, semmai, ad una<br />

<strong>di</strong>mensione immateriale alla quale determinate elaborazioni<br />

(oggetti, idee, azioni) aspirano od alla quale si elevano una<br />

volta che sia loro consentito <strong>di</strong> varcare certe soglie<br />

istituzionali, tramite le quali esse transitano verso una<br />

95<br />

Jean Baudrillard, <strong>La</strong> sparizione dell’arte, Giancarlo Politi E<strong>di</strong>tore,<br />

1988, p.7.<br />

96<br />

Baudrillard definisce con questa espressione il macrofenomeno che<br />

caratterizza l’attuale <strong>società</strong> dei me<strong>di</strong>a, per il quale “il significante<br />

designa se stesso <strong>di</strong>etro l’alibi del significato”<br />

97<br />

Cit., p.39.<br />

98<br />

Cfr. R.Rubinstein, A quiet crisis, in Art in America, n. 265, March<br />

2003; sullo stesso argomento anche B.Eno, A Year. With swollen<br />

appen<strong>di</strong>ces, Faber and Faber, 1996, pp.258-259.<br />

99<br />

Cfr. B.Gewen, State of the Art, New York Times, Dec. 11, 2005.<br />

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