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Testo del volume - Istat.it

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stima <strong>del</strong>l’errore standard è basato sul metodo <strong>del</strong>le serie di Taylor per la linearizzazione 4 . Ilcoefficiente di raccordo può essere visto come uno stimatore <strong>del</strong> rapporto cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o daglistimatori dei totali dei decessi secondo le due revisioni <strong>del</strong>l’Icd, ottenuti dai dati campionari. Ilmetodo <strong>del</strong>le serie di Taylor consente di ottenere una approssimazione lineare <strong>del</strong> primo ordine<strong>del</strong>lo stimatore <strong>del</strong> rapporto e di utilizzare la varianza di questa approssimazione come stima<strong>del</strong>la varianza <strong>del</strong>lo stimatore stesso.L’intervallo di confidenza al 95 per cento può essere calcolato come segue, assumendo cheil coefficiente di raccordo segua una distribuzione t di Student:Cr ± tgdl, 0,025∗ Vˆ(Cr)dove:Cr è il coefficiente di raccordo;V ˆ(Cr ) , ovvero la radice quadrata <strong>del</strong>la stima <strong>del</strong>la varianza di Cr, rappresenta la stima<strong>del</strong>l’errore standard di Cr;tgdl,0,025rappresenta il percentile 97,5 <strong>del</strong>la distribuzione t di Student con gdl gradi dilibertà. Il numero di gradi di libertà è dato dal numero di un<strong>it</strong>à campionarie meno uno, pari a454.896, nel presente caso. Il valore di tgdl,0, 025è pertanto pari a 1,96.Il calcolo <strong>del</strong>l’errore standard e degli intervalli di confidenza per Cr è stato effettuatomediante il software Sas con la procedura Surveymeans.3.2 Il panorama internazionaleCome già spiegato nei precedenti paragrafi, l’esigenza di condurre uno studio di bridgecodingnasce dalla necess<strong>it</strong>à di disporre di strumenti che consentano di documentare le eventualidiscontinu<strong>it</strong>à nelle serie storiche dei dati di mortal<strong>it</strong>à, in particolare, quando si passa da unsistema di codifica a un altro o quando si adotta una nuova revisione <strong>del</strong>la classificazioneinternazionale <strong>del</strong>le malattie (cfr. paragrafo 3.1). Questo approccio è stato sperimentato in Italia,alla fine degli anni ‘90, per documentare l’impatto <strong>del</strong>l’adozione <strong>del</strong> sistema di codificaautomatica per le cause di morte subentrato al sistema manuale, e di recente, nel 2008, pervalutare l’effetto <strong>del</strong> cambiamento sulle statistiche di mortal<strong>it</strong>à a segu<strong>it</strong>o <strong>del</strong>l’adozione <strong>del</strong>ladecima revisione <strong>del</strong>l’Icd.Come sperimentato nella realtà <strong>it</strong>aliana, anche molti altri Paesi hanno condotto studi dibridge-coding per documentare questa importante fase di transizione tra Icd-9 e Icd-10. Neiparagrafi successivi si intende fornire una panoramica sui diversi studi condotti, con particolareriferimento alle tecniche di campionamento utilizzate, ai metodi di calcolo degli indicatori eall’analisi comparativa dei risultati diffusi.3.2.1 Gli studi di bridge-coding in Europa e nel mondo: le tecniche di campionamento e ledimensioni <strong>del</strong> campioneGi studi di bridge-coding vengono generalmente condotti effettuando l’estrazione di uncampione di un<strong>it</strong>à, più o meno ampio, generalmente relativo a un dato anno di riferimento, dasottoporre a una doppia codifica applicando due diversi sistemi o revisioni <strong>del</strong>la classificazione.Nel caso <strong>del</strong> passaggio tra due revisioni <strong>del</strong>l’Icd, la codifica viene effettuata, indipendentemente,sottoponendo gli stessi casi a entrambe le revisioni <strong>del</strong>la classificazione.4Lohr, S. L. Sampling: Design and Analysis. Brooks/Cole Publishing Co., Pacific Grove, CA: 199933

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