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DOVE MANGIARE<br />
Ego a Matera<br />
A pochi passi dal centro storico si trova il<br />
ristorante Ego (www.egogourmet.it),<br />
piatto Michelin <strong>2020</strong>, dove lo chef Nicola<br />
Popolizio e la sua compagna Annamaria<br />
Zaccaro propongono una cucina fatta di<br />
tradizioni e di materie locali, con forti e<br />
persistenti accenti di note esotiche. Ragazzi<br />
innamorati di Matera, che hanno<br />
visto nella rinascita della loro città l’occasione<br />
perfetta per provarci. E riuscirci.<br />
Finito il servizio, abbiamo incontrato<br />
Nicola Popolizio, chef e patron del ristorante<br />
Ego.<br />
Come ha maturato l’idea di aprire<br />
un ristorante a Matera?<br />
Tutto è nato da un personale bisogno<br />
di rivalsa. Nel 2016, dopo un’esperienza<br />
di dodici anni in giro per cucine e di nove<br />
nella brigata di Felice Lo Basso (chef Stella<br />
Michelin dal 2011), sono tornato a Matera<br />
con la voglia di lasciare la mia impronta.<br />
Non avendo trovato nessuno che<br />
credesse nella mia idea, ho deciso di dimostrare<br />
a tutti cosa sapevo fare in cucina<br />
e cosa avrei potuto fare per la città.<br />
Di cosa è fatta la sua cucina?<br />
Lavoro con prodotti del territorio,<br />
perché ho il dovere di valorizzare la mia<br />
terra, e con prodotti dimenticati o poco<br />
usati, tipo il quinto quarto. Senza disdegnare<br />
naturalmente degli accenti dati da<br />
sapori più esotici che non ci appartengono<br />
per tradizione. Nei miei piatti c’è molta<br />
tecnica, perché bisogna dare qualcosa<br />
in più alle persone per essere ricordati in<br />
mezzo a tanti.<br />
Che genere di clientela avete?<br />
Ci sono gli habitué materani che<br />
sono la nostra più grande soddisfazione.<br />
Poi i turisti stranieri e italiani. Ci sono<br />
quelli che passano dalla città, ora che è<br />
sulla bocca di tutti, e ci sono quelli che<br />
seguono itinerari gastronomici e fanno<br />
tappa da noi.<br />
LOCALI E TURISMO<br />
Di quanti elementi si compone la<br />
sua brigata?<br />
La mia è una brigata davvero corta. In<br />
cucina siamo in due, come in sala. Nei<br />
giorni di maggiore affluenza, riusciamo a<br />
coprire un massimo di 30 coperti, con<br />
uno staff di 6 persone. Abbiamo trovato il<br />
nostro equilibrio e siamo molto soddisfatti<br />
dei risultati.<br />
Durante il lockdown vi siete convertiti<br />
al delivery?<br />
Non abbiamo fatto servizio di delivery<br />
per due ragioni: la prima è che non<br />
potevamo garantire la stessa qualità dei<br />
piatti consegnati, rispetto a quelli serviti<br />
al ristorante. Avremmo dovuto attrezzarci<br />
con packaging e mezzi di trasporto, ed<br />
era un investimento azzardato. La seconda<br />
è che Matera non è una metropoli<br />
dove la gente non ha il tempo di cucinare.<br />
Qui in ogni casa c’è ancora una mamma<br />
o una nonna che cucina e lo sa fare<br />
anche molto bene.