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Italia a Tavola Ottobre 2020

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DOVE MANGIARE<br />

Ego a Matera<br />

A pochi passi dal centro storico si trova il<br />

ristorante Ego (www.egogourmet.it),<br />

piatto Michelin <strong>2020</strong>, dove lo chef Nicola<br />

Popolizio e la sua compagna Annamaria<br />

Zaccaro propongono una cucina fatta di<br />

tradizioni e di materie locali, con forti e<br />

persistenti accenti di note esotiche. Ragazzi<br />

innamorati di Matera, che hanno<br />

visto nella rinascita della loro città l’occasione<br />

perfetta per provarci. E riuscirci.<br />

Finito il servizio, abbiamo incontrato<br />

Nicola Popolizio, chef e patron del ristorante<br />

Ego.<br />

Come ha maturato l’idea di aprire<br />

un ristorante a Matera?<br />

Tutto è nato da un personale bisogno<br />

di rivalsa. Nel 2016, dopo un’esperienza<br />

di dodici anni in giro per cucine e di nove<br />

nella brigata di Felice Lo Basso (chef Stella<br />

Michelin dal 2011), sono tornato a Matera<br />

con la voglia di lasciare la mia impronta.<br />

Non avendo trovato nessuno che<br />

credesse nella mia idea, ho deciso di dimostrare<br />

a tutti cosa sapevo fare in cucina<br />

e cosa avrei potuto fare per la città.<br />

Di cosa è fatta la sua cucina?<br />

Lavoro con prodotti del territorio,<br />

perché ho il dovere di valorizzare la mia<br />

terra, e con prodotti dimenticati o poco<br />

usati, tipo il quinto quarto. Senza disdegnare<br />

naturalmente degli accenti dati da<br />

sapori più esotici che non ci appartengono<br />

per tradizione. Nei miei piatti c’è molta<br />

tecnica, perché bisogna dare qualcosa<br />

in più alle persone per essere ricordati in<br />

mezzo a tanti.<br />

Che genere di clientela avete?<br />

Ci sono gli habitué materani che<br />

sono la nostra più grande soddisfazione.<br />

Poi i turisti stranieri e italiani. Ci sono<br />

quelli che passano dalla città, ora che è<br />

sulla bocca di tutti, e ci sono quelli che<br />

seguono itinerari gastronomici e fanno<br />

tappa da noi.<br />

LOCALI E TURISMO<br />

Di quanti elementi si compone la<br />

sua brigata?<br />

La mia è una brigata davvero corta. In<br />

cucina siamo in due, come in sala. Nei<br />

giorni di maggiore affluenza, riusciamo a<br />

coprire un massimo di 30 coperti, con<br />

uno staff di 6 persone. Abbiamo trovato il<br />

nostro equilibrio e siamo molto soddisfatti<br />

dei risultati.<br />

Durante il lockdown vi siete convertiti<br />

al delivery?<br />

Non abbiamo fatto servizio di delivery<br />

per due ragioni: la prima è che non<br />

potevamo garantire la stessa qualità dei<br />

piatti consegnati, rispetto a quelli serviti<br />

al ristorante. Avremmo dovuto attrezzarci<br />

con packaging e mezzi di trasporto, ed<br />

era un investimento azzardato. La seconda<br />

è che Matera non è una metropoli<br />

dove la gente non ha il tempo di cucinare.<br />

Qui in ogni casa c’è ancora una mamma<br />

o una nonna che cucina e lo sa fare<br />

anche molto bene.

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