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Italia a Tavola Ottobre 2020

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CUOCHI<br />

OSSERVATORIO CORDONS BLEUS<br />

L’INFLUENZA DELLA STORIA<br />

SULLA GRANDE<br />

CUCINA SICILIANA<br />

Avendo già analizzato la prima parte della storia<br />

della cucina siciliana, eccoci finalmente alla seconda.<br />

Il nostro viaggio si conclude con i periodi<br />

Normanno-Svevo, dei Vicerè e Borbonico<br />

di Toni Sàrcina<br />

presidente Commanderie<br />

des Cordons Bleus <strong>Italia</strong><br />

Dopo aver parlato del periodo<br />

greco e del periodo arabo<br />

proseguiamo il nostro<br />

viaggio nella storia della Sicilia. Per<br />

quanto intensa, la dominazione araba<br />

lascia ben presto, dopo poco più di cento<br />

anni, il posto ai normanni e, quindi,<br />

agli svevi che trovano quale loro apice e<br />

punto di riferimento, il celebre Federico<br />

II, grande cacciatore e cultore della<br />

cucina "di carne cacciata".<br />

Si sviluppa, quindi, nelle cucine<br />

siciliane una grande conoscenza delle<br />

tecniche per la miglior cottura della<br />

selvaggina che completava il repertorio<br />

già vastissimo delle preparazioni gastronomiche<br />

siciliane.<br />

È curioso osservare che durante<br />

tale periodo, sia i normanni che gli<br />

svevi non apportassero modifiche ai<br />

costumi culinari siciliani, adattandosi<br />

perfettamente ad essi.<br />

Dopo un lungo intervallo in cui si<br />

alternarono Angioini ed Aragonesi, si<br />

giunge ad un'altra importante tappa<br />

della vita siciliana.<br />

Il periodo dei Viceré<br />

Sotto questo titolo sono compresi circa<br />

trecento anni di dominazione spagnola<br />

in cui la cucina risente di aggiustamenti<br />

e variazioni legati alle tradizioni<br />

gastronomiche del paese dominante<br />

ritrovandovi, tuttavia, molte esperienze<br />

della cucina araba per le influenze<br />

di questa sulle abitudini alimentari<br />

spagnole.<br />

Da un puro punto di vista culinario<br />

si può sintetizzare questo periodo<br />

come "lo sforzo di sorprendere il commensale<br />

per la magnificenza delle preparazioni<br />

in un' esaltazione di barocchismo<br />

alimentare". Ed è proprio qui,<br />

intorno alla metà del settecento , che<br />

trova grande spazio e diviene protagonista<br />

assoluto della cucina siciliana il<br />

pomodoro, che tanto avrebbe modificato<br />

l'alimentazione, senza soluzione<br />

di continuità, fino ad oggi.<br />

Il periodo Borbonico<br />

Pur non essendo di lunga durata, questo<br />

periodo consente alla grande cucina<br />

siciliana un altro guizzo trasformativo<br />

inserendo nel già vastissimo<br />

repertorio, piatti di cucina francese rapidamente<br />

adattati alle esigenze locali<br />

e che, in alcuni casi, contribuiscono ad<br />

ingentilire piatti considerati piuttosto<br />

grevi.<br />

Per spostarci dalla teoria alla pratica,<br />

ecco un esempio di alta cucina<br />

aristocratica che propone un piatto<br />

assai diffuso e tipico delle grandi feste,<br />

il "Timballo di maccheroni". Di norma<br />

questo piatto era costituito da un involucro<br />

di pasta brisé o talvolta di pastafrolla<br />

e un ripieno di maccheroni lunghi.<br />

In alcune case patrizie, con cuochi<br />

sopraffini, lo stesso timballo era presentato<br />

con involucro di melanzane.<br />

Per la ricetta del Timballo di maccheroni<br />

cerca su www.italiaatavola.net il<br />

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