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GESTIONE E NORMATIVE<br />
urbani, anche piccoli e medi, e<br />
non soltanto nelle solite grandi<br />
città, a fronte del consolidamento<br />
e dello sviluppo ulteriore dello<br />
smart working, ci ritroviamo<br />
al cospetto dell’Aao (Almost<br />
always open) con offerte differenziate<br />
a seconda delle fasce<br />
orarie. Il decremento dei flussi<br />
turistici comporta rinnovata attenzione<br />
e coccole al target costituito<br />
dalla clientela locale.<br />
Una clientela locale che si vedrà<br />
attrarre da un nuovo “service<br />
provider” che saprà fornire il<br />
nuovo servizio di ristoro. Un<br />
nuovo servizio di ristoro che include<br />
“anche” il pranzo e la<br />
cena, laddove pranzo e cena<br />
cessano di essere gli unici momenti<br />
di erogazione di un eclettico<br />
e multiforme servizio di ristoro.<br />
Insomma, locali pronti a servire<br />
i clienti a tutte le ore (come<br />
peraltro già succede in alcune<br />
grandi città, soprattutto all’estero)<br />
e a soddisfare ogni esigenza<br />
durante l’intero arco della giornata.<br />
Ma anche locali che sappiano<br />
integrare servizi diversi,<br />
da bar e ristorante nelle stesse<br />
quattro mura, da erogare con il<br />
medesimo personale, per evitare<br />
l’aumentare dei costi.<br />
Il tramonto della società industriale,<br />
l’avvento dello smart<br />
working hanno determinato la<br />
cessazione di una sorta di mantra<br />
laico: orario di lavoro 8–17<br />
dal lunedì al venerdì. Era vero<br />
ieri. Oggi non è più vero, immaginiamoci<br />
domani! E come si<br />
può ignorare che la caduta di un<br />
totem di tale portata non comporti<br />
stravolgimenti anche nella<br />
ristorazione e in tutta l’hospitality?<br />
E con il lavoro da casa che,<br />
volenti o nolenti, sta rivoluzionando<br />
il modo di lavorare (soprattutto<br />
di alcune categorie),<br />
ecco che una possibilità in più<br />
per questi lavoratori potrebbe<br />
essere quella di pranzare non<br />
più a due passi dall’ufficio, bensì<br />
a due passi da casa. Certo non<br />
più in centro alle città, dove tuttavia<br />
oggi si concentra la stragrande<br />
maggioranza dei bar e<br />
dei ristoranti, ma nelle periferie<br />
e soprattutto nei paesi di provincia.<br />
Un’idea per chi vuole investire,<br />
puntando su un mercato<br />
nuovo e inevitabilmente in via di<br />
espansione. Forse una scommessa<br />
azzardata, di questi tempi,<br />
ma senz’altro di lunga prospettiva,<br />
se è vero, come pare,<br />
che il ritorno al lavoro nelle città<br />
ci sarà, ma sarà graduale e soprattutto<br />
non più così massiccio<br />
come in passato.<br />
La pandemia e il conseguente<br />
lockdown hanno catalizzato il<br />
cambiamento. Gli hanno dato<br />
evidenza, lo hanno reso hard e<br />
non soft ed hanno perciò contribuito<br />
a rendere fortemente difficoltosa<br />
la sopravvivenza a chi<br />
“non vuole vedere”, a chi ancora<br />
dice: “prima o poi torneremo<br />
alla normalità”.<br />
Costoro, duole dirlo, si stanno<br />
ponendo ai negletti margini<br />
della community. La grande assunzione<br />
di responsabilità del<br />
ristoratore nuovo, foriera di tante<br />
soddisfazioni tangibili e non,<br />
è la formulazione di una nuova<br />
ricetta: la ricetta di un buon vivere<br />
insieme con buoni cibi, con<br />
rispetto dell’ecosostenibilità e in<br />
amena convivialità. Propensione<br />
e disponibilità verso le nuove<br />
tecnologie. Si tratta di disegnare<br />
il futuro della ristorazione. Sfidante<br />
opportunità da cogliere!