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Italia a Tavola Ottobre 2020

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GESTIONE E NORMATIVE<br />

urbani, anche piccoli e medi, e<br />

non soltanto nelle solite grandi<br />

città, a fronte del consolidamento<br />

e dello sviluppo ulteriore dello<br />

smart working, ci ritroviamo<br />

al cospetto dell’Aao (Almost<br />

always open) con offerte differenziate<br />

a seconda delle fasce<br />

orarie. Il decremento dei flussi<br />

turistici comporta rinnovata attenzione<br />

e coccole al target costituito<br />

dalla clientela locale.<br />

Una clientela locale che si vedrà<br />

attrarre da un nuovo “service<br />

provider” che saprà fornire il<br />

nuovo servizio di ristoro. Un<br />

nuovo servizio di ristoro che include<br />

“anche” il pranzo e la<br />

cena, laddove pranzo e cena<br />

cessano di essere gli unici momenti<br />

di erogazione di un eclettico<br />

e multiforme servizio di ristoro.<br />

Insomma, locali pronti a servire<br />

i clienti a tutte le ore (come<br />

peraltro già succede in alcune<br />

grandi città, soprattutto all’estero)<br />

e a soddisfare ogni esigenza<br />

durante l’intero arco della giornata.<br />

Ma anche locali che sappiano<br />

integrare servizi diversi,<br />

da bar e ristorante nelle stesse<br />

quattro mura, da erogare con il<br />

medesimo personale, per evitare<br />

l’aumentare dei costi.<br />

Il tramonto della società industriale,<br />

l’avvento dello smart<br />

working hanno determinato la<br />

cessazione di una sorta di mantra<br />

laico: orario di lavoro 8–17<br />

dal lunedì al venerdì. Era vero<br />

ieri. Oggi non è più vero, immaginiamoci<br />

domani! E come si<br />

può ignorare che la caduta di un<br />

totem di tale portata non comporti<br />

stravolgimenti anche nella<br />

ristorazione e in tutta l’hospitality?<br />

E con il lavoro da casa che,<br />

volenti o nolenti, sta rivoluzionando<br />

il modo di lavorare (soprattutto<br />

di alcune categorie),<br />

ecco che una possibilità in più<br />

per questi lavoratori potrebbe<br />

essere quella di pranzare non<br />

più a due passi dall’ufficio, bensì<br />

a due passi da casa. Certo non<br />

più in centro alle città, dove tuttavia<br />

oggi si concentra la stragrande<br />

maggioranza dei bar e<br />

dei ristoranti, ma nelle periferie<br />

e soprattutto nei paesi di provincia.<br />

Un’idea per chi vuole investire,<br />

puntando su un mercato<br />

nuovo e inevitabilmente in via di<br />

espansione. Forse una scommessa<br />

azzardata, di questi tempi,<br />

ma senz’altro di lunga prospettiva,<br />

se è vero, come pare,<br />

che il ritorno al lavoro nelle città<br />

ci sarà, ma sarà graduale e soprattutto<br />

non più così massiccio<br />

come in passato.<br />

La pandemia e il conseguente<br />

lockdown hanno catalizzato il<br />

cambiamento. Gli hanno dato<br />

evidenza, lo hanno reso hard e<br />

non soft ed hanno perciò contribuito<br />

a rendere fortemente difficoltosa<br />

la sopravvivenza a chi<br />

“non vuole vedere”, a chi ancora<br />

dice: “prima o poi torneremo<br />

alla normalità”.<br />

Costoro, duole dirlo, si stanno<br />

ponendo ai negletti margini<br />

della community. La grande assunzione<br />

di responsabilità del<br />

ristoratore nuovo, foriera di tante<br />

soddisfazioni tangibili e non,<br />

è la formulazione di una nuova<br />

ricetta: la ricetta di un buon vivere<br />

insieme con buoni cibi, con<br />

rispetto dell’ecosostenibilità e in<br />

amena convivialità. Propensione<br />

e disponibilità verso le nuove<br />

tecnologie. Si tratta di disegnare<br />

il futuro della ristorazione. Sfidante<br />

opportunità da cogliere!

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