Dizionario di retorica - Livros LabCom - UBI
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108 <strong>Dizionario</strong> <strong>di</strong> <strong>retorica</strong><br />
scritto (l. calami) che l’orale (l. linguae). Solitamente un lapsus mantiene<br />
con il contesto, che pure ne segnala l’erroneità, un certo rapporto<br />
<strong>di</strong> somiglianza o <strong>di</strong> opposizione.<br />
latinitas [s.f.] Considerata come sinonimo <strong>di</strong> → puritas, purus sermo rappresenta<br />
(parallela in ciò ad hellenismus) una delle virtù (→ virtus) che<br />
qualificano lo → stile e denota, nel parlare o nello scrivere, il rispetto<br />
delle convenzioni linguistiche (→ consuetudo, → usus) caratterizzanti<br />
la lingua latina. (Convenzioni che, in tutte le lingue, sono <strong>di</strong> solito<br />
stabilite in base all’uso delle classi colte e delle autorità letterarie). La<br />
puritas veniva considerata sia in relazione alle singole parole (verba singula)<br />
che a gruppi <strong>di</strong> parole (verba coniuncta). Le deviazioni dall’uso<br />
convenzionale potevano originare vizi o virtù retoriche sia riguardo alle<br />
parole singole (→ barbarismo; → metaplasma) che per ciò che concerne<br />
i gruppi <strong>di</strong> parole (→ solecismo; → schema o → figura). Considerata<br />
la seconda delle quattro caratteristiche delle → virtutes elocutionis.<br />
lettura tabulare [loc.s.f.] Si conctrappone alla normale lettura <strong>di</strong> un testo o<br />
“lettura lineare”. Il concetto, introdotto dal Gruppo m [1977 Rhétorique<br />
de la poésie. Lecture linéaire, lecture tabulaire] in<strong>di</strong>ca una modalita<br />
<strong>di</strong> analisi del testo che mira a considerarlo nella sua globalità, presentando<br />
sotto forma “tabulare” <strong>di</strong>verse in<strong>di</strong>cazioni rilevate nell’opera e<br />
mettendole in rapporto al fine <strong>di</strong> offrire al lettore nuove prospettive <strong>di</strong><br />
senso.<br />
levis immutatio [loc.s.f.] ‘lieve cambiamento’, A. immutatio.<br />
lexis [s.f.] Il termine, che originariamente significava “raccolta”, fu inteso solo<br />
più tar<strong>di</strong> nell’accezione <strong>di</strong> “<strong>di</strong>re”, “<strong>di</strong>scorso”, perdendo in tal modo<br />
l’enfasi che, nel significato originario, era dovuta ai parametri <strong>di</strong> esperienza<br />
del “guardare” e dell’ “immagine”. Nell’opposizione aristotelica<br />
→ logos / → lexis (che in Quintiliano <strong>di</strong>venta l’opposizione res / verba)<br />
denota la → forma rispetto al → contenuto.<br />
lex potentior [loc.s.f.] L. Nella qualifica giuri<strong>di</strong>ca del fatto, l’autore del fatto,<br />
colui che ha compiuto il fatto, adduce a sua <strong>di</strong>fesa un acuto conflitto <strong>di</strong><br />
doveri al momento del fatto medesimo, che finge <strong>di</strong> aver risolto secondo<br />
la regola della lex potentior ‘la legge più importante, che precede altre<br />
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