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Dizionario di retorica - Livros LabCom - UBI

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Stefano Arduini & Matteo Damiani 171<br />

stile alto [loc.s.m.] Corrispondente al → genus sublime, è lo stile letterario<br />

proprio alla trage<strong>di</strong>a e all’epopea. Ve<strong>di</strong> anche → umile, genus umile,<br />

genus me<strong>di</strong>um, <strong>di</strong>scorso, stili del <strong>di</strong>scorso.<br />

stile asiano, stile asiàtico [loc.s.m.] Stile ellenistico proprio dell’→ asianesimo,<br />

esuberante, composito e ricco <strong>di</strong> preziosismi nelle sue manifestazioni<br />

formali, ed anche ampolloso.<br />

stilèma [s.m.] Elemento caratteristico dello stile, ossia forma espressiva tipica<br />

(parola, locuzione, costrutto) che ricorre con una certa frequenza in<br />

un determinato autore o nell’ambito <strong>di</strong> una determinata scuola. → stile.<br />

stile ùmile [loc.s.m.] Il più basso dei livelli <strong>di</strong> → stile, detto anche infimum<br />

(→ infimo), il cui proposito retorico è quello <strong>di</strong> insegnare. Il concetto<br />

dei “livelli <strong>di</strong> stile” si afferma a partire dalla tra<strong>di</strong>zione <strong>retorica</strong> romana<br />

la quale in<strong>di</strong>vidua tre categorie generali: a) supra, magniloquens [gr.<br />

adros]; b) aequabile, me<strong>di</strong>ocre [gr. mesos]; c) infimum, umile [gr. ischnos].<br />

Cicerone sviluppò inoltre una sud<strong>di</strong>visione degli stili sulla base<br />

del fatto che lo scopo/il proposito retorico fosse a) commuovere; b) piacere;<br />

c) insegnare. → humilitas, basso, infimo, stili del <strong>di</strong>scorso, genus<br />

humile.<br />

stilus [s.m.] Originariamente il termine in<strong>di</strong>ca la variazione dell’→ elocutio<br />

che caratterizza un autore, un gruppo <strong>di</strong> autori, o un’epoca. In seguito<br />

è compresa nel significato <strong>di</strong> stilus anche la variazione dell’elocutio a<br />

seconda dei generi. → genus elocutionis, ornatus, stili del <strong>di</strong>scorso.<br />

suavitas [s.f.] → ornato soave, gratia, genus me<strong>di</strong>um.<br />

subau<strong>di</strong>re [vb.] Secondo Lausberg è la comprensione che, avvicinandosi<br />

all’→ ellissi, consiste in una aggiunta, in una integrazione del messaggio<br />

ricevuto. Il subau<strong>di</strong>re deve essere <strong>di</strong>stinto dalla comprensione <strong>di</strong> ciò<br />

che è implicito in un testo, espressa con il → subintelligere.<br />

subiectio [s.f.] Consiste nella risposta aggiunta dall’ortatore alle domande<br />

che egli stesso rivolge al pubblico. → percontatio.<br />

subintellegere [vb.] Lausberg lo classifica come un sspetto dell’→ enfasi,<br />

per cui si ha comprensione <strong>di</strong> ciò che è implicito. Tale concetto de-<br />

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