Dizionario di retorica - Livros LabCom - UBI
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Stefano Arduini & Matteo Damiani 145<br />
perversio [s.f.] → anastrofe.<br />
pes [s.m.] → piede.<br />
petizióne <strong>di</strong> princìpio [loc.s.m.] Quando la conclusione è tratta da qualcosa<br />
che la presuppone→ circolo vizioso.<br />
piède [s.m.] In poesia, unità <strong>di</strong> misura ritmica, cellula minima <strong>di</strong> sillabe composta<br />
secondo uno schema variabile, ma in cui una sillaba è prominente<br />
sulla altre per lunghezza. Nella poesia classica vi erano ad esempio questi<br />
pie<strong>di</strong>: lo spondeo, il coreo o trocheo, il dattilo, il cretico, il peone.<br />
Nella poesia italiana le sillabe si presentano lunghe o brevi, e gli schemi<br />
hanno questa successione <strong>di</strong> ritmi: ritmo giambico (sillaba atona-sillaba<br />
accentata), ritmo trocaico (accentata-atona), ritmo dattilico (accentataatona-atona),<br />
ritmo anapestico (atona-atona-accentata).<br />
pithanòn [s.m.] Consiste nella → persuasione e nel convincere, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dal principio del vero.<br />
placere [vb.] È l’effetto emozionale cui tende l’oratore, che mira alla piacevolezza<br />
(→ delecatre) dell’orazione per infulenzare l’arbitro della situazione.<br />
Anche il compito dell’attore che piace al pubblico e raccoglie<br />
gli applausi. → delectare, delectatio, voluptas.<br />
pleonasmo [s.m.] secondo Quintiliano ‘ha luogo quando la frase viene sovraccaricata<br />
<strong>di</strong> parole inutili’. Ha il significato quin<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> ‘parola<br />
inutile’. → perissologia, ridondanza.<br />
plòce [s.f.] Si ha quando un’ espressione viene ripetuta una seconda volta,<br />
<strong>di</strong>fferenziandosi però dalla prima occorrenza per un’accumulazione <strong>di</strong><br />
senso. Per Vico essa consiste nell’uso <strong>di</strong> una parola che « significa in<br />
un luogo la persona o la cosa, in un altro il carattere e le qualità » ; es.<br />
O Bruto, bruto. In questo senso la ploce è lo stesso che → <strong>di</strong>afora, tautologia,<br />
repotia. Si tratta tuttavia <strong>di</strong> un termine <strong>di</strong> significato generale,<br />
che è stato a volte impiegato nel sigificato <strong>di</strong> → poliptoto (quando la ripetizione<br />
impicia un cambiamento nella parola), a volte nel significato<br />
<strong>di</strong> → antanaclasis (quando la ripetizione comporta un cambiamento nel<br />
significato).<br />
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