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1° Rapporto sullo Stato dell'Ambiente del Comune di ... - PUCG

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La situazione comunale si <strong>di</strong>fferenziava da quella provinciale dove fra le coltivazioni legnose<br />

agrarie prevalevano quella <strong>del</strong>l’olivo con il 54% <strong>del</strong>la superficie investita e quella <strong>del</strong>la vite con<br />

il 26% <strong>del</strong>la superficie investita (Fig. 1.5.26).<br />

Fig. 1.5.26 – Percentuale <strong>di</strong> superficie investita a coltivazioni legnose agrarie in ettari nella Provincia <strong>di</strong> Roma<br />

0%<br />

20%<br />

54%<br />

26%<br />

Fonte - 5° Censimento Generale <strong>del</strong>l'Agricoltura <strong>del</strong>l’ISTAT <strong>del</strong> 2000<br />

Superficie investita a<br />

vite<br />

Superficie investita a<br />

olivo<br />

Superficie investita ad<br />

agrumi<br />

Superficie investita a<br />

fruttiferi<br />

Entità degli allevamenti<br />

L’allevamento può essere condotto in forma estensiva o intensiva, ovvero tenendo gli animali al<br />

pascolo allo stato brado o allevandoli in stalla. Ognuna <strong>del</strong>le due forme <strong>di</strong> allevamento provoca<br />

pressioni <strong>di</strong>verse sull’ambiente. Quando gli animali sono in stalla esiste il grande problema <strong>del</strong>la<br />

gestione degli escrementi e dei liquami.<br />

La stabulazione degli animali, con il loro allontanamento da con<strong>di</strong>zioni naturali <strong>di</strong> pascolo, ha<br />

come conseguenza che le deiezioni, non più utilizzate come risorsa, <strong>di</strong>vengono un rifiuto da<br />

smaltire.<br />

I liquami, infatti, devono essere raccolti in vasche che evitino le infiltrazioni in falda freatica,<br />

devono essere <strong>di</strong>stribuiti sul suolo quando non piove e utilizzati solo per colture che possono<br />

beneficiarne.<br />

Quando gli animali sono lasciati a pascolare liberamente ciò a cui si deve badare è che il numero<br />

<strong>di</strong> capi immessi nei pascoli non superi la “capacità <strong>di</strong> carico” <strong>del</strong> pascolo stesso, cioè la capacità<br />

<strong>di</strong> continuare a produrre materiale vegetale in maniera adeguata. Qualora vi fosse un<br />

sovraccarico dei pascoli si assisterebbe al depauperamento <strong>del</strong>le specie presenti e alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

bio<strong>di</strong>versità nonché alla compromissione <strong>del</strong>la struttura <strong>del</strong> suolo a causa <strong>del</strong> calpestio degli<br />

animali. Delle aree a a<strong>di</strong>bite a pascolo bisogna conoscere la struttura geologica perché qualora i<br />

suoli fossero molto permeabili, l’eccessivo apporto <strong>di</strong> nitrati con gli escrementi potrebbe<br />

provocare l’inquinamento <strong>del</strong>la falda freatica e, quin<strong>di</strong>, <strong>del</strong>l’acqua captata dai pozzi, magari per<br />

fini civili.<br />

In base al Censimento <strong>del</strong>l’Agricoltura <strong>del</strong> 2000 nel <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Colleferro le aziende de<strong>di</strong>te<br />

all’allevamento <strong>di</strong> bestiame erano 76, pari al 0,7% <strong>del</strong> totale provinciale (Tab. 1.5.15).<br />

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