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1° Rapporto sullo Stato dell'Ambiente del Comune di ... - PUCG

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2.3.4 Qualità Acque potabili<br />

Per definizione è detta “potabile”, l’acqua che può essere bevuta o impiegata nella<br />

preparazione degli alimenti senza pregiu<strong>di</strong>zio alcuno per la salute. I danni alla salute possono<br />

derivare da contaminanti, <strong>di</strong> natura chimica o microbiologica, che l’acqua può raccogliere<br />

durante il suo ciclo; contaminanti che possono essere naturalmente presenti nell’ambiente o<br />

perché <strong>di</strong>spersi dalle attività umane.<br />

L’acqua è considerata potabile se presenta i requisiti <strong>di</strong> qualità, riportati in apposite norme<br />

(D.P.R. 236 <strong>del</strong> 24 /05/ 1988 e D. Lgs. 31/01), che stabiliscono i limiti massimi ammissibili<br />

per le sostanze che possono essere presenti nell’acqua destinata al consumo umano.<br />

I limiti sono stati stabiliti tenendo conto <strong>del</strong>l’assunzione massima giornaliera su lunghi<br />

perio<strong>di</strong>, <strong>del</strong>la natura <strong>del</strong> contaminante e <strong>del</strong>la sua eventuale tossicità.<br />

Le sostanze che comunemente troviamo <strong>di</strong>sciolte nell’acqua sono i sali, che provengono dal<br />

naturale processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione dei minerali costituenti le rocce ed i suoli normalmente<br />

attraversati dall’acqua.<br />

La solubilizzazione <strong>di</strong> questi sali avviene ad opera <strong>del</strong>l’acqua piovana che è poverissima <strong>di</strong><br />

sali ma è “aggressiva” a causa <strong>del</strong>la sua aci<strong>di</strong>tà dovuta all’anidride carbonica che ha “raccolto<br />

dall’aria".<br />

Il contenuto salino <strong>di</strong> un’acqua <strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> roccia attraversata e dal tempo <strong>di</strong> contatto.<br />

In certi casi esso rimane pressoché costante nel tempo per qualità e quantità ed è tipico <strong>di</strong><br />

quell’acqua.<br />

Allo scopo <strong>di</strong> garantirne la salubrità, le acque fornite dalla rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione devono essere<br />

sottoposte a controlli sia da parte dei gestori <strong>del</strong> servizio idrico (controlli interni) che da parte<br />

<strong>del</strong>l’Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente (controlli esterni).<br />

I controlli esterni sono articolati su due livelli:<br />

il controllo <strong>di</strong> routine eseguito con maggiore frequenza mira a fornire un quadro<br />

generale <strong>del</strong>le qualità organolettiche e microbiologiche <strong>del</strong>l’acqua e <strong>del</strong>l’efficacia dei<br />

trattamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione;<br />

il controllo <strong>di</strong> verifica prevede l’analisi <strong>di</strong> tutti i parametri previsti dal Decreto 31/01.<br />

Tale qualità deve essere garantita alla captazione, nei serbatoi e nelle reti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, fino<br />

al consumo.<br />

Le Aziende USL elaborano ed effettuano un programma annuale <strong>di</strong> ispezioni e <strong>di</strong> prelievi dei<br />

campioni da sottoporre ad analisi. I Dipartimenti Provinciali ARPA effettuano le<br />

determinazioni analitiche chimiche e batteriologiche sui campioni prelevati dai tecnici <strong>del</strong>le<br />

Aziende USL. In particolare, le informazioni utilizzate si basano sui risultati <strong>del</strong>le analisi<br />

effettuate dalla USL ROMA G nei pozzi e nei depositi <strong>di</strong> acque prelevate per uso<br />

acquedottistico.<br />

Il D.Lgs. 31/01 prevede che il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> qualità e <strong>di</strong> idoneità d’uso <strong>del</strong>le acque destinate al<br />

consumo umano, fondato sulle risultanze <strong>del</strong>l'esame ispettivo e dei controlli analitici, sia<br />

emesso dalla AUSL territorialmente competente.<br />

Le seguenti tabelle (Tab. 2.3.8, 2.3.9, 2.3.10) mettono a confronto i limiti previsti dalla<br />

precedente normativa, il DPR. 2365/88, dall’attuale normativa europea (98/83/CE) e dalla<br />

normativa italiana in vigore (D.lgs. 31/01) che recepisce quella europea. Le tre tabelle<br />

riportano la sud<strong>di</strong>visione <strong>del</strong> decreto 31/01 in parametri microbiologici, chimici ed in<strong>di</strong>catori.<br />

I parametri in<strong>di</strong>catori sono definiti tali perché non si tratta <strong>di</strong> inquinanti chimici, bensì <strong>di</strong><br />

parametri che in<strong>di</strong>cano le qualità organolettiche e le caratteristiche chimico-fisiche <strong>del</strong>l’acqua,<br />

perciò a volte essi non hanno valori limite specificati. Alcuni parametri, in corrispondenza dei<br />

quali i limiti <strong>del</strong> DPR. 236/88 presentano una casella vuota, sono <strong>di</strong> nuova adozione; altri<br />

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