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<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> <strong>Italian</strong> <strong>Translation</strong><br />
di uno sforzo impari che tuttavia non rendeva merito all’originale.<br />
A volte poteva addirittura superarlo, ma diventava altro, se non<br />
parodia.<br />
Cicerone poi fece il resto e addirittura abbozzò una storia<br />
aurorale teorica della traduzione nel De optimo genere oratorum<br />
sostenendo di non aver tradotto dal greco ut interpres, come<br />
interpretare, ma ut orator, quale oratore, non rispettando dunque<br />
il senso letterale, ma appena il modo, lo stile e i concetti dell’autore<br />
“tradotto”.<br />
Del resto Mounin l’ha dichiarato con dati di fatto, l’esperienza<br />
personale è incomunicabile, com’egli si esprime, “nella sua unicità”.<br />
Già utilizzare prima un aggettivo e poi un sostantivo o viceversa<br />
dà la misura di un impatto non comparabile. Resta possibile la<br />
comunicazione tout court, ma è evidente che si tratterà di messaggi<br />
concreti, elementari, trasparenti che non coinvolgono la sfera<br />
emotiva e misteriosa dell’essere umano, la psicologia del pr<strong>of</strong>ondo.<br />
Comunque il problema diventa complicato e fuori dalla portata<br />
di qualsiasi teorizzazione quando si tratta di tradurre testi poetici,<br />
o narrativa di forte tempra simbolica o espressionista. Si può dire<br />
che non vi sia studioso di estetica che non abbia detto la sua in<br />
proposito, ma forse non è il caso di ripercorrere le varie teorie del<br />
passato che si infittirono durante l’Umanesimo e il Rinascimento e<br />
piuttosto partire da ciò che, per esempio,affermò Benedetto Croce.<br />
Nell’Estetica egli ribadisce con intransigenza l’intraducibilità della<br />
poesia: “corollario di ciò (‘i singoli fatti espressivi sono altrettanti<br />
individui’) è l’impossibilità delle traduzioni, in quanto abbiano la<br />
pretesa di compiere un travasamento di un’espressione in un’altra,<br />
come di un liquido da un vaso in un altro di diversa forma. Si può<br />
elaborare logicamente ciò che prima era stato elaborato in forma<br />
estetica, ma non ridurre ciò che prima era stato elaborato in forma<br />
estetica ad altra forma anche estetica. Ogni traduzione infatti, o<br />
sminuisce e guasta, ovvero crea una nuova espressione, rimettendo<br />
la prima nel crogiuolo e mescolandola con le impressioni personali<br />
di colui che si chiama traduttore. Nel primo caso l’espressione resta<br />
sempre una, quella dell’originale, essendo l’una più o meno<br />
deficiente, cioè non propriamente espressione, nell’altro saranno,<br />
sì, due, ma di due contenuti diversi. ‘Brutte fedeli o belle infedeli’;<br />
questo detto proverbiale coglie bene il dilemma, che ogni traduttore<br />
si trova innanzi”.<br />
In seguito Croce torna su questi concetti irrigidendoli e in La<br />
Poesia scriverà: “L’impossibilità della traduzione è la realtà stessa