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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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popolano i laghi alpini. Il rinato interesse verso questi ambienti è tuttavia legato soprattutto al<br />

fatto <strong>di</strong> essere ubicati in aree remote, lontano da aree antropizzate, e <strong>di</strong> essere molto sensibili e<br />

vulnerabili a perturbazioni sia naturali che <strong>di</strong> origine antropica, a cui tendono a rispondere in<br />

maniera rapida. I laghi d’alta quota possono quin<strong>di</strong> essere utilizzati come in<strong>di</strong>catori ambientali, in<br />

particolare <strong>di</strong> cambiamenti a breve e a lungo termine del clima e della chimica dell’atmosfera.<br />

Particolare preoccupazione ha destato negli ultimi anni la problematica delle deposizioni acide,<br />

quin<strong>di</strong> dell’aci<strong>di</strong>ficazione dei suoli e delle acque superficiali. Le emissioni <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> zolfo e <strong>di</strong><br />

azoto in atmosfera da parte dell’uomo (traffico, riscaldamento, industrie, ecc.) degli ultimi 30‐40<br />

anni hanno determinato un aumento dell’aci<strong>di</strong>tà delle precipitazioni (piogge con pH fino a 2‐3<br />

unità quando normalmente il pH delle piogge si aggira sulle 5.6 unità), con effetti talora devastanti<br />

su suoli, foreste e acque superficiali. Il fenomeno è iniziato nell’Europa settentrionale e più<br />

recentemente si è esteso anche nel centro e sud Europa. I laghi d’alta quota, in particolare quelli<br />

ubicati in bacini <strong>di</strong> natura silicea, non avendo un’elevata riserva alcalina naturale, sono i corpi idrici<br />

più a rischio <strong>di</strong> aci<strong>di</strong>ficazione. Le loro acque infatti, essendo povere <strong>di</strong> carbonati, non sono in grado<br />

<strong>di</strong> neutralizzare l’aci<strong>di</strong>tà delle precipitazioni, e possono quin<strong>di</strong> essere considerati spie <strong>di</strong> eventuali<br />

fenomeni <strong>di</strong> aci<strong>di</strong>ficazione.<br />

L’alcalinità <strong>di</strong> questi laghi è in genere bassa, spesso inferiore a 50 μeq L ‐1 , in<strong>di</strong>cato come il valore<br />

limite <strong>di</strong> alcalinità al <strong>di</strong> sotto del quale il lago è da considerarsi estremamente sensibile a qualsiasi<br />

ingresso <strong>di</strong> contaminanti atmosferici aci<strong>di</strong>. Dove invece il fenomeno è in corso, l’alcalinità assume<br />

valori pari o inferiori a 0 µeq L ‐1 . Laghi con alcalinità compresa fra 50 e 200 µeq L ‐1 sono considerati<br />

suscettibili a episo<strong>di</strong>ci fenomeni <strong>di</strong> aci<strong>di</strong>ficazione, mentre laghi con alcalinità maggiore <strong>di</strong> 200 µeq<br />

L ‐1 possono considerarsi non sensibili. Inoltre, in alta quota, la presenza <strong>di</strong> terreno fortemente<br />

inclinato e pressochè privo <strong>di</strong> vegetazione, accelera lo scorrimento dell’acqua piovana, riducendo i<br />

tempi <strong>di</strong> contatto <strong>di</strong> questa con il suolo. In questo modo si riducono anche le reazioni <strong>di</strong> scambio<br />

ionico e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione dei minerali del terreno (es. sali <strong>di</strong> calcio) in grado <strong>di</strong> neutralizzare l’aci<strong>di</strong>tà<br />

delle acque meteoriche. Bassi valori <strong>di</strong> pH hanno effetti negativi <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti sulle <strong>di</strong>verse<br />

biocenosi acquatiche. Tra quelli in<strong>di</strong>retti ricor<strong>di</strong>amo la mobilizzazione <strong>di</strong> metalli tossici come<br />

l’alluminio, favorita da con<strong>di</strong>zioni acide.<br />

I laghi d’alta quota sono utilizzati anche per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> altre problematiche a impatto globale<br />

quali l’aumento della ra<strong>di</strong>azione UVB incidente (legato al buco dell’ozono) e il riscaldamento del<br />

pianeta. L’elevata trasparenza delle acque dei laghi d’alta quota (fatta eccezione per i torbi<strong>di</strong> laghi<br />

proglaciali) rappresenta per la fauna che li popola un altro fattore <strong>di</strong> stress, in quanto gli organismi<br />

sono esposti a dosi elevate <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni UV. La produzione <strong>di</strong> pigmenti fotoprotettivi e la<br />

realizzazione <strong>di</strong> migrazioni verticali giornaliere nella colonna d’acqua, permettono a <strong>di</strong>verse specie<br />

<strong>di</strong> vivere nelle acque cristalline <strong>di</strong> questi ambienti senza danno. Gli effetti <strong>di</strong> processi quale il buco<br />

dell’ozono potrebbero essere stu<strong>di</strong>ati anche attraverso gli adattamenti morfologici, fisiologici e<br />

comportamentali <strong>di</strong> queste specie.<br />

Oltre agli impatti in<strong>di</strong>retti, i laghi d’alta quota sono anche soggetti a tutta una serie <strong>di</strong> impatti<br />

<strong>di</strong>retti, quali il pascolo, il turismo, l’immissione <strong>di</strong> specie ittiche alloctone e lo sfruttamento<br />

idroelettrico e idropotabile. L’uso dei laghi come bacini comporta, tra l’altro, la costruzione <strong>di</strong> una<br />

soglia artificiale con effetti sia sulle caratteristiche abiotiche (cambiamenti nel regime termico e<br />

idrologico) che biotiche.<br />

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