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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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Lo stambecco è l’ungulato più tipico dell’orizzonte alto alpino, possiede ottime capacità <strong>di</strong><br />

arrampicatore, è adattato ad ambienti ari<strong>di</strong> e sterili e si mantiene con una <strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> fibre. Tali<br />

caratteristiche ed il fatto che occupi primariamente aree non boscate, lo in<strong>di</strong>cano quale<br />

appartenente ai cosiddetti “glacier followers”. Nel corso della sua evoluzione si è adattato in modo<br />

eccezionale alla vita <strong>di</strong> alta quota, al <strong>di</strong> sopra del limite del bosco, nelle aree caratterizzate da<br />

pen<strong>di</strong>i ripi<strong>di</strong> e rocciosi. Durante l’estate il fattore che con<strong>di</strong>zione maggiormente la sua<br />

<strong>di</strong>stribuzione è l’altitu<strong>di</strong>ne (normalmente la sua presenza è compresa tra i 2300 e i 3200 metri).<br />

Durante l’inverno, negli ambienti alpini più estremi, le scelte ecologiche sono maggiormente<br />

legate alle caratteristiche vegetazionali delle aree in rapporto alla reperibilità del cibo. In generale<br />

durante questo periodo vengono frequentate le praterie <strong>di</strong>scontinue a Festuca varia dove il<br />

pascolo si alterna a zone più rocciose, lungo versanti ripi<strong>di</strong> ed esposti tra sud e sud‐ovest, sui quali<br />

la minore permanenza della neve aumenta la <strong>di</strong>sponibilità trofica. Le migliori zone per lo<br />

svernamento sono inoltre caratterizzate da un notevole sviluppo superficiale dei versanti che<br />

forniscono su microscala zone rifugio nei confronti degli avversi agenti atmosferici e microclimi<br />

<strong>di</strong>fferenti che portano ad una <strong>di</strong>versificazione delle risorse alimentari <strong>di</strong>sponibili.<br />

La sinistra orografica della Val del Monte e la Val de la Mare, poste all’interno del Parco,<br />

<strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> zone particolarmente idonee alla presenza sia estiva che invernale dello stambecco<br />

e negli ultimi anni le osservazioni spora<strong>di</strong>che dei maschi giovani in <strong>di</strong>spersione si fanno sempre più<br />

frequenti e riguardano anche l’alta Val de la Mare. Tuttavia lo stambecco, tra gli Ungulati che<br />

abitano le Alpi, è la specie caratterizzata dai più bassi tassi <strong>di</strong> accrescimento annuale e dai più bassi<br />

ritmi <strong>di</strong> colonizzazione del territorio, in relazione agli ambienti estremi occupati ed alla relativa<br />

“insularità” nella matrice delle valli alpine. Per questo è stato previsto un progetto <strong>di</strong> re‐stocking al<br />

fine velocizzare la definitiva colonizzazione della Val <strong>di</strong> Peio.<br />

L’aquila reale (Aquila chrysaetos) ha da tempo rioccupato l’intero territorio del Parco grazie alla<br />

numerosa presenza della marmotta e agli elevati tassi <strong>di</strong> mortalità delle popolazioni <strong>di</strong> ungulati.<br />

Attualmente è stata accertata la presenza <strong>di</strong> 21 coppie territoriali e riproduttive nell’intero<br />

territorio del Parco e nelle aree limitrofe. Il territorio del Parco in Val <strong>di</strong> Peio ospita sicuramente i<br />

territori <strong>di</strong> 2 coppie, più una probabile terza ai suoi confini. La testata dell’alta Val de la Mare è<br />

occupata da una <strong>di</strong> queste. I tassi riproduttivi della specie all’interno del Parco, il cui monitoraggio<br />

ha preso avvio da qualche anno, sono relativamente bassi in quanto l’elevata densità <strong>di</strong> coppie<br />

territoriali presenti testimonia il raggiungimento della capacità portante e il conseguente<br />

rallentamento nei tassi <strong>di</strong> incremento.<br />

L’aquila è un rapace generalista. Nelle Alpi la situazione delle popolazioni è tornata ad essere<br />

ottimale in quanto, cessata la fase <strong>di</strong> persecuzione <strong>di</strong>retta, in esse sono presenti vaste zone<br />

tranquille e abbondante presenza <strong>di</strong> prede. Gli in<strong>di</strong>vidui in età adulta si accoppiano e restano<br />

fedeli al loro partner e al loro territorio per tutta la vita. Le aquile hanno bisogno <strong>di</strong> territori che<br />

offrano luoghi tranquilli e inaccessibili per la ni<strong>di</strong>ficazione (quasi esclusivamente su pareti rocciose<br />

nel Parco) e <strong>di</strong> ampi spazi aperti e semiaperti ricchi <strong>di</strong> prede in cui cacciare durante tutto l’anno.<br />

L’estensione me<strong>di</strong>a dei territori nel Parco e nelle aree limitrofe è <strong>di</strong> circa 70 km 2 e testimonia una<br />

sod<strong>di</strong>sfacente <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> prede.<br />

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