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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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della taglia corporea ha un limite inferiore per i vari gruppi animali: da 0.5 a 1 mm in molti taxa,<br />

0.18 mm nei Copepo<strong>di</strong>. La totale depigmentazione rappresenta un’altra caratteristica comune<br />

degli interstiziali e può spingersi, come nel caso dei Crostacei, fino alla completa trasparenza. In un<br />

biotopo dove non esiste luce, gli organi sensoriali visivi scompaiono, mentre si sviluppano quelli<br />

chemiorecettori e tagmorecettori, poiché in questo ambiente tutte le esperienze avvengono per<br />

contatto. Dal punto <strong>di</strong> vista fisiologico non solo il metabolismo ma anche tutte le altre attività,<br />

comprese quelle motorie e riproduttive sono rallentate; inoltre è necessario un tempo più lungo<br />

per completare processi ontogenetici.<br />

Negli habitat tipicamente costrittivi, le popolazioni adottano delle strategie demografiche<br />

corrispondenti al modello “adversity‐selection” o “strategia A”, che corrispondono a:<br />

allungamento della vita me<strong>di</strong>a, ritardo della maturità, basso tasso <strong>di</strong> sviluppo, <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong><br />

crescita. Gli ambienti sotterranei corrispondono a habitat tipicamente costrittivi, per cui una<br />

grande bio<strong>di</strong>versità e concentrazione <strong>di</strong> organismi si trova vicino le zone <strong>di</strong> transizione tra la<br />

superficie e le acque sotterranee piuttosto che in profon<strong>di</strong>tà nei sistemi sotterranei. Nella maggior<br />

parte degli ambienti sotterranei le biocenosi sotterranee presentano una <strong>di</strong>stribuzione spaziale<br />

non uniforme, le specie e le popolazioni sono meno abbondanti; la predazione e la competizione<br />

interspecifica sono meno rigide; le reti trofiche sono corte dal momento che tutte le specie<br />

presenti sembrano nutrirsi con le stesse modalità. Il materiale organico <strong>di</strong>sciolto è alla base della<br />

rete trofica, poiché la fotosintesi non è possibile data l’assenza <strong>di</strong> luce. In questo ambiente il<br />

principale tipo <strong>di</strong> nutrizione è detritivora ed i predatori svolgono una funzione trascurabile<br />

nell’equilibrio generale. Le composizione delle comunità e l’abbondanza delle singole specie sono<br />

regolate essenzialmente da fattori biotici quali il tasso <strong>di</strong> riproduzione, il tipo <strong>di</strong> sessualità o le<br />

caratteristiche del ciclo vitale e non da fattori trofici.<br />

Tra gli organismi interstiziali l’unica relazione interspecifica è la competizione, causata dalla<br />

specializzazione su una risorsa nutrizionale comune che porta all’esclusione competitiva. In<br />

generale, la plasticità trofica conferisce agli organismi un ruolo dominante nell’ambito delle<br />

relazioni competitive. Le specie che mostrano minore valenza trofica tendono ad assumere, in tali<br />

relazioni, un ruolo subor<strong>di</strong>nato.<br />

Crostacei arpacticoi<strong>di</strong> in accoppiamento. È visibile la spermateca attaccata al sacco ovigero della femmina.<br />

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