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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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isorsa trofica (abete rosso e pino cembro le più <strong>di</strong>sponibili in Val de la Mare). Benché<br />

prevalentemente arboricolo, anch’esso infatti sotterra semi che dovranno servirgli come <strong>di</strong>spensa<br />

durante i lunghi mesi invernali, trascorsi per la maggior parte del tempo in ni<strong>di</strong> sferici costruiti sugli<br />

alberi in corrispondenza delle biforcazioni dei rami e foderati <strong>di</strong> muschio e altri materiali vegetali<br />

morbi<strong>di</strong>. Lo scoiattolo non si nutre esclusivamente <strong>di</strong> semi, ma spesso anche <strong>di</strong> funghi o delle<br />

gemme apicali dell’abete rosso, come <strong>di</strong>mostrano i numerosi rametti sparsi a terra che è facile<br />

incontrare nelle peccete, accanto ai tipici resti delle pigne consumate, che conservano soltanto le<br />

brattee apicali. Anche l’arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), che colonizza facilmente pure<br />

le ontanete e la vegetazione erbacea nei <strong>di</strong>ntorni delle malghe, in foresta accumula semi<br />

all’interno delle tane, vere e proprie gallerie scavate appena sotto la superficie del suolo. Altro<br />

mammifero tipicamente forestale, purché siano presenti delle rocce, è il toporagno alpino (Sorex<br />

alpinus), tra gli insettivori la specie che può raggiungere le quote maggiori, spingendosi anche nei<br />

macereti e nelle praterie, oltre il limite della vegetazione arborea, se sono <strong>di</strong>sponibili rifugi idonei.<br />

Oltre alla nocciolaia, nei ridotti lembi <strong>di</strong> foresta presenti, vivono o soltanto si riproducono anche<br />

altre specie <strong>di</strong> uccelli, tipiche <strong>di</strong> questi ambienti e piuttosto comuni sulle Alpi: la ghiandaia<br />

(Garrulus glandarius), il crociere (Loxia curvirostra) e il ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula) tra i granivori<br />

e il regolo (Regulus regulus), il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) e <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong><br />

cincia (mora: Parus ater, alpestre: P. montanus, dal ciuffo: P. cristatus) tra gli insettivori, mentre la<br />

civetta nana (Glauci<strong>di</strong>um passerinum) è il rapace notturno che più <strong>di</strong> frequente si rinviene nei<br />

boschi delle quote più elevate.<br />

Dove i boschi <strong>di</strong> conifere si <strong>di</strong>radano, negli arbusteti al margine inferiore dell’ambiente nivale,<br />

ni<strong>di</strong>ficano il merlo dal collare (Turdus torquatus), migratore a corto raggio che sverna nei quartieri<br />

meri<strong>di</strong>onali europei, il prispolone (Anthus trivialis), migratore transahariano e la passera scopaiola<br />

(Prunella modularis), che in inverno scende nei principali fondovalle, mentre ci vive tutto l’anno il<br />

gallo forcello (Tetrao tetrix). I maschi <strong>di</strong> questo galliforme poliginico, più grossi e dai colori più<br />

vistosi rispetto alle femmine, in primavera si sfidano in spettacolari combattimenti, in<br />

corrispondenza delle arene (“lek”), per stabilire le priorità negli accoppiamenti. In inverno, com’è<br />

caratteristico per i galliformi, si ripara dal freddo in corte gallerie, dette trune, scavate sotto il<br />

manto nevoso e che lascia soltanto per andare a nutrirsi. In questa stagione le risorse trofiche<br />

scarseggiano, ma il gallo forcello riesce ad alimentarsi anche con aghi <strong>di</strong> conifere, gemme <strong>di</strong><br />

ontani, semi coriacei, grazie al particolare sviluppo del suo apparato <strong>di</strong>gerente.<br />

Della stessa famiglia cui appartiene il gallo forcello è la coturnice (Alectoris graeca). Fasianide <strong>di</strong><br />

origine asiatica, è tipica <strong>di</strong> ambienti caratterizzati da forte pendenza, con esposizioni meri<strong>di</strong>onali,<br />

dove la neve non tenda ad accumularsi. Non possiede infatti adattamenti specifici per il manto<br />

nevoso.<br />

Restare nascosti e consumare meno energia possibile per superare la stagione sfavorevole è la<br />

strategia adottata dalla marmotta (Marmota marmota) con il letargo. Essa colonizza i cordoni<br />

morenici che cingono i circhi glaciali, alimentandosi nelle macchie <strong>di</strong> cotica erbosa. Specie sociale,<br />

vive in gruppi famigliari più o meno numerosi e scava tane costituite da complessi sistemi <strong>di</strong> tunnel<br />

con varie camere e più <strong>di</strong> un’uscita. In una <strong>di</strong> queste camere, in tarda estate vengono accumulate<br />

erbe secche con funzione isolante e in autunno tutti i membri del gruppo vi si radunano per<br />

svernare, uno accanto all’altro, <strong>di</strong>minuendo così la <strong>di</strong>spersione termica. La temperatura corporea<br />

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