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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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egolare il loro metabolismo in modo da essere attive in tali con<strong>di</strong>zioni e completare i loro cicli<br />

vitali. La capacità <strong>di</strong> sopravvivere in ambienti ad elevate latitu<strong>di</strong>ni ed altitu<strong>di</strong>ni deriva da una serie<br />

<strong>di</strong> adattamenti ancora poco stu<strong>di</strong>ati negli insetti acquatici.<br />

Gli insetti acquatici generalmente sono soggetti a con<strong>di</strong>zioni meno estreme degli insetti terrestri,<br />

poiché l’acqua riduce le variazioni <strong>di</strong> temperatura e la corrente riduce la formazione del ghiaccio.<br />

Gli insetti acquatici quin<strong>di</strong> sono sottoposti a cambiamenti stagionali più graduali, e possono<br />

sfruttare perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> crescita più lunghi <strong>di</strong> quelli terrestri. Alle elevate latitu<strong>di</strong>ni e altitu<strong>di</strong>ni, la<br />

formazione del ghiaccio è la variabile che più con<strong>di</strong>ziona la sopravvivenza della fauna d’acqua<br />

dolce, e quin<strong>di</strong> l’abbondanza e composizione delle comunità <strong>di</strong> invertebrati. Il congelamento, ma<br />

anche il <strong>di</strong>sseccamento e l’anossia, sono rischi potenzialmente letali per tutti gli sta<strong>di</strong> vitali degli<br />

insetti acquatici, dall’uovo all’adulto, e che sono anche tra i più grossi pericoli per gli sta<strong>di</strong> adulti <strong>di</strong><br />

tutti gli insetti acquatici. Infatti, con l’eccezione dei coleotteri e degli emitteri eterotteri, gli adulti<br />

sono terrestri e quin<strong>di</strong> affrontano gli stessi problemi <strong>di</strong> sopravvivenza degli insetti terrestri (forti<br />

venti e rapi<strong>di</strong> cambiamenti <strong>di</strong> temperatura dell’aria).<br />

Gli insetti acquatici sono quin<strong>di</strong> sottoposti a una duplice pressione: una agente sulla fase acquatica<br />

(larva) e una sulla fase terrestre (adulto). È stato <strong>di</strong>mostrato che tale <strong>di</strong>cotomia tende a ridurre o<br />

anche a eliminare una delle due fasi, generalmente quella terrestre, rappresentata da adulti fragili,<br />

suscettibili al <strong>di</strong>sseccamento e alla <strong>di</strong>spersione tramite il vento. Durante i perio<strong>di</strong> fred<strong>di</strong>, gli sta<strong>di</strong><br />

acquatici comunemente rimangono o si spostano nelle zone del corpo d’acqua che non si<br />

congelano o prosciugano (per es.: acque profonde dei laghi, sorgenti e zone iporreica) e dove si<br />

possono mantenere attivi. Meno frequentemente essi emigrano in habitat che congelano all’inizio<br />

dell’inverno. Gli insetti hanno sviluppato una serie complessa <strong>di</strong> strategie per la resistenza al<br />

freddo, ovvero la capacità <strong>di</strong> sopravvivere esposti a temperature al <strong>di</strong> sotto dello zero, pari al<br />

minimo fisiologico per un periodo prolungato (anche <strong>di</strong>versi mesi a – 40/‐50 °C) senza subire<br />

danno e sopravvivere, che comprendono adattamenti: a) morfologici (melanismo, riduzione in<br />

taglia, per<strong>di</strong>ta o acquisto <strong>di</strong> peli; brachitterismo e atterismo); b) comportamentali (esposizione ai<br />

raggi solari, cambiamenti nelle abitu<strong>di</strong>ni alimentari e <strong>di</strong> ricerca del partner, partenogenesi e<br />

poliploi<strong>di</strong>a); c) ecologico (estensione dello sviluppo per numerosi anni tramite quiescenza e<br />

<strong>di</strong>apausa e riduzione del numero <strong>di</strong> generazioni per anno) d) fisiologici e biochimici (tolleranza al<br />

congelamento e evitamento del congelamento). La maggior parte delle specie sviluppa una<br />

combinazione <strong>di</strong> queste strategie <strong>di</strong> sopravvivenza, che possono <strong>di</strong>fferire tra la fase acquatica e<br />

quella terrestre.<br />

Sia negli insetti tolleranti il congelamento che in quelli non tolleranti, in estate vengono<br />

accumulate riserve <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong> e glicogeno che vengono poi trasformati in crioprotettori e anti‐<br />

congelanti nel tardo autunno/inizio inverno. Questa preparazione al superamento dell’inverno<br />

consiste in un processo <strong>di</strong> acclimatazione stimolato principalmente da una <strong>di</strong>minuzione della<br />

temperatura, ma anche dall’accorciamento della lunghezza del giorno, dalla scarsità <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong><br />

cibo, dall’aumento <strong>di</strong> parassiti, etc.<br />

L’evitamento del congelamento e la tolleranza al congelamento possono essere accompagnati<br />

dalla <strong>di</strong>apausa. Entrambi i fenomeni si manifestano durante la stagione sfavorevole e includono<br />

l‘immagazzinamento <strong>di</strong> risorse energetiche (comunemente glicogeno e lipi<strong>di</strong>), sono sotto controllo<br />

ormonale (ec<strong>di</strong>sone e ormone giovanile), includono la depressione o soppressione del<br />

metabolismo ossidativo con degradazione mitocondriale.<br />

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