Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...
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entonici, priva <strong>di</strong> qualsiasi valore tassonomico, viene fatta in relazione alle <strong>di</strong>mensioni corporee.<br />
Tutti quegli animali che passano attraverso un retino con vuoto <strong>di</strong> maglia <strong>di</strong> 0,5 mm, ma sono<br />
trattenuti da uno <strong>di</strong> 0,06 mm, vengono chiamati “meiofauna”, hanno taglia inferiore al mm e sono<br />
rappresentati da oligocheti, nemato<strong>di</strong>, acari, crostacei copepo<strong>di</strong> e ostraco<strong>di</strong>. Questi organismi<br />
popolano e caratterizzano l’ambiente interstiziale. Al <strong>di</strong>sotto del limite <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni della<br />
meiofauna, esisite una microfauna, rappresentata da protozoi, nemato<strong>di</strong> e sta<strong>di</strong> giovanili <strong>di</strong><br />
organismi <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni. Tuttavia questa fauna è poco stu<strong>di</strong>ata nei corsi d’acqua e non è<br />
stata oggetto d’indagine nelle nostre ricerche, pertanto non verrà descritta in questa sede. Infine<br />
lo zoobenthos che viene trattenuto da un retino con vuoto <strong>di</strong> maglia <strong>di</strong> 0,5 mm prende il nome <strong>di</strong><br />
“macrofauna” e raggruppa tutti quegli organismi genericamente in<strong>di</strong>cati come macroinvertebrati<br />
Quest’ultimi hanno grossolanamente taglia uguale o superiore al mm, e rappresentano la<br />
componente faunistica dominante nei corsi d’acqua, occupando nella struttura trofica <strong>di</strong> questi<br />
ambienti tutti i livelli dei consumatori, e mostrando una vasta gamma <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong> nutrizione<br />
che li rendono capaci <strong>di</strong> sfruttare al massimo le risorse alimentari <strong>di</strong>sponibili. La stragrande<br />
maggioranza dei macroinvertebrati appartiene agli or<strong>di</strong>ni dei <strong>di</strong>tteri, plecotteri, efemerotteri,<br />
tricotteri, coleotteri, eterotteri, odonati. I primi quattro comprendono la maggior parte delle<br />
specie e la loro abbondanza relativa caratterizza le <strong>di</strong>verse tipologie e i <strong>di</strong>versi tratti fluviali. Così,<br />
se in alto dominano i <strong>di</strong>tteri, scendendo verso valle si assiste generalmente ad un aumento prima<br />
dei plecotteri, quin<strong>di</strong> degli efemerotteri e dei tricotteri. Oltre alle larve <strong>di</strong> insetti, la fauna fluviale<br />
invertebrata comprende oligocheti, crostacei, gasteropo<strong>di</strong>, bivalvi, iru<strong>di</strong>nei e pochi altri taxa rari.<br />
Nei torrenti d’alta quota tuttavia solamente i primi due sono presenti, a volte con buon numero <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>vidui. Il <strong>di</strong>verso contributo <strong>di</strong> acque provenienti da fusione glaciale, nevai, sorgenti e<br />
precipitazioni genera sensibili <strong>di</strong>fferenze nel regime idrologico e nelle qualità fisiche delle acque,<br />
influenzando la <strong>di</strong>stribuzione della comunità zoobentonica, che varia fortemente spostandosi dalla<br />
sorgente verso valle. È noto che all’aumentare della quota e all’aumentare del grado <strong>di</strong> “glacialità”<br />
<strong>di</strong> un corso d’acqua si osserva una progressiva riduzione della bio<strong>di</strong>versità. Per quel che concerne<br />
lo stu<strong>di</strong>o dello zoobenthos <strong>di</strong> laghi montani questo appare sicuramente poco sviluppato in Italia<br />
soprattutto se confrontato con l’attenzione che la limnologia ha riservato alla componente fito‐ e<br />
zooplantonica. Solamente nell’ultimo decennio alcune ricerche sono state mirate alla struttura e<br />
funzione della comunità zoobentonica <strong>di</strong> laghi alpini. Mentre nei corsi d’acqua gli organismi<br />
macrobentonici utilizzano primariamente le risorse alimentari trasportate dal continuo fluire della<br />
corrente, nei laghi la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> nutrimento avviene invece principalmente per deposito e<br />
accumulo sul fondo dei materiali organici, provenienti dal <strong>di</strong>lavamento dei terreni circostanti o da<br />
eventuali immissari, e dagli organismi lacustri morti. Per questo motivo il benthos lacustre<br />
<strong>di</strong>pende, per la sua nutrizione, principalmente dal ciclo della decomposizione; sono scarsi o assenti<br />
gli organismi filtratori, tipici <strong>di</strong> acque correnti, e molti dei gruppi reofili.<br />
In generale, negli ambienti acquatici <strong>di</strong> alta quota, lo zoobenthos è rappresentato a grande<br />
maggioranza da sta<strong>di</strong> larvali <strong>di</strong> insetti. Questi, infatti, oltre a caratterizzare decisamente il mondo<br />
degli invertebrati terrestri, sia come numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui che come numero <strong>di</strong> specie, svolgono un<br />
ruolo primario nelle acque correnti. Tuttavia, a <strong>di</strong>fferenza dell’ambiente aereo, gli invertebrati che<br />
popolano i torrenti montani devono affrontare e superare nel corso della loro vita due principali<br />
ostacoli: la velocità della corrente e il freddo che, in con<strong>di</strong>zioni estreme, possono <strong>di</strong>ventare<br />
proibitivi per la vita.<br />
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