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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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Migrazioni verticali e longitu<strong>di</strong>nali valle‐monte<br />

Nell’ambito del progetto CRYOALP i ricercatori del <strong>Museo</strong> delle <strong>Scienze</strong> si sono occupati<br />

dell’influenza delle variabili glaciali sull’ecosistema alpino del bacino glacializzato del torrente<br />

Noce Bianco, in particolare sugli scambi faunistici tra ambiente superficiale e iporreico e sulle<br />

modalità <strong>di</strong> colonizzazione e <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> questo ambiente da parte degli organismi bentonici. È<br />

stata inoltre valutata l’efficacia <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> campionamento per l’ambiente iporreico <strong>di</strong><br />

corsi d’acqua alpini. L’indagine si è svolta su corsi d’acqua <strong>di</strong> origine glaciale (kryal) e pluvio‐nivale<br />

(rhitral), in stazioni poste oltre 2000 m s.l.m. A tale scopo sono state scelte in Val Venezia 5 tra le<br />

35 stazioni campionate nell’ambito del <strong>Progetto</strong> <strong>HIGHEST</strong>, in torrenti a <strong>di</strong>verso tipo <strong>di</strong><br />

alimentazione, <strong>di</strong> cui tre glaciali (NB2, NB3, NB4) e due non glaciali (NB3bis, NBAR1). Qui vengono<br />

presentati solo i risultati relativi alle tre stazioni NB3 e NB3bis, e NB4 per le quali è stato raccolto il<br />

maggior numero <strong>di</strong> campioni con <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>che. Campioni <strong>di</strong> zoobenthos sono stati raccolti<br />

nel 2003, da giugno a novembre, nel corso dell’estate ad intervalli <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci giorni e ogni mese in<br />

inverno. Il campionamento è stato condotto con l’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong>: per l’ambiente iporreico<br />

sono stati utilizzati <strong>di</strong>versi substrati artificiali e la pompa Bou‐Rouch; in ambiente <strong>di</strong> superficie<br />

substrati artificiali, retini da drift, retino immanicato. In corrispondenza <strong>di</strong> ogni campionamento<br />

nella stazione glaciale ed in quella non glaciale sono state anche misurate: temperatura dell’acqua,<br />

ossigeno, velocità <strong>di</strong> corrente e torpi<strong>di</strong>tà (Per una descrizione dettagliata dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccolta cfr.<br />

par. 3.6.1). Sono state campionate le stazioni NB3 e NB3bis ogni 15 giorni in tre punti <strong>di</strong>versi: sulla<br />

riva sinistra (A), al centro dell’alveo (B) e sulla riva destra (C). Gli organismi raccolti sono stati<br />

mantenuti vivi per facilitare l’esame microscopico in laboratorio. Tutto il materiale raccolto è stato<br />

filtrato con maglie da 100 micron sul campo e conservato in alcol etilico al 75%. In laboratorio è<br />

stato smistato e classificato allo stereomicroscopio (5‐50X) a livello tassonomico <strong>di</strong> specie per<br />

Tricla<strong>di</strong>, genere per Plecotteri e Crostacei Anfipo<strong>di</strong>, famiglia per Oligocheti, Efemerotteri, Ditteri e<br />

Tricotteri, e or<strong>di</strong>ne per Nemato<strong>di</strong>, Acari, Coleotteri e gli altri Crostacei.<br />

La ricerca ha messo in evidenza il ruolo dell’ambiente iporreico come “area rifugio” per i<br />

macroinvertebrati che vivono nei torrenti d’alta quota. In estate, durante le piene, gli organismi<br />

bentonici si rifugiano nell’ambiente iporreico per contrastare la tendenza al drift catastrofico<br />

dovuto all’elevata instabilità del substrato; in autunno, quando il rischio che l’alveo vada in secca è<br />

maggiore, per trovare un ambiente più stabile. L’ambiente iporreico è anche una “nursery” per i<br />

primi sta<strong>di</strong> larvali degli Insetti, come <strong>di</strong>mostrato dalla presenza <strong>di</strong> plecotteri in sta<strong>di</strong> giovanili,<br />

offrendo riparo dalla corrente e protezione dai predatori. Infine è risultato essere un importante<br />

mezzo <strong>di</strong> risalita e ricolonizzazione dei tratti più a monte. Nell’area indagata, la continuità del<br />

sistema fluviale, tramite l’ambiente iporreico e la falda, permette il movimento della fauna<br />

interstiziale tra i due torrenti.<br />

Per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tali ambienti in alta quota è risultato importante l’utilizzo <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>verse<br />

metodologie sia per analizzare la struttura della comunità zoobentonica, sia per valutare le<br />

principali vie <strong>di</strong> colonizzazione degli Insetti acquatici. Per quel che riguarda la risalita<br />

controcorrente è stata confermata una maggiore mobilità da parte <strong>di</strong> alcuni gruppi (Tricla<strong>di</strong>,<br />

Copepo<strong>di</strong>, Chironomi<strong>di</strong> e Plecotteri) già osservata da altri autori. Il drift, come atteso, si è rivelato<br />

essere la principale modalità <strong>di</strong> spostamento degli organismi verso valle. Torrenti glaciali e non<br />

glaciali sono risultati molto <strong>di</strong>versi sia da un punto <strong>di</strong> vista abiotico che biotico come già<br />

evidenziato da altri. Il torrente non glaciale è risultato essere più ricco sia in termini <strong>di</strong> numero <strong>di</strong><br />

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