Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...
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h<br />
V = (A1 + A2 + A1A2)<br />
3<br />
dove:<br />
h = profon<strong>di</strong>tà dello strato compreso tra la superficie A1 e A2<br />
A1 = area della superficie superiore in m 2<br />
A2 = area della superficie inferiore in m 2<br />
‐ sviluppo del volume (DV): è definito come il rapporto tra il volume (V) del lago e il volume <strong>di</strong> un<br />
cono avente come base la superficie (A) del lago e come altezza la sua profon<strong>di</strong>tà massima (zm)<br />
Vlago<br />
=<br />
Vcono<br />
zmed<br />
zm<br />
Quanto più il valore dell’in<strong>di</strong>ce è prossimo a 0.33 e tanto più la forma del lago si avvicina a quella<br />
<strong>di</strong> un cono. Bacini lacustri con valori inferiori a 0.33 sono rari, mentre valori elevati si rinvengono<br />
nei laghi a fondo piatto.<br />
‐ curve ipsografiche: sono delle curve profon<strong>di</strong>tà‐area che rappresentano le relazioni tra le<br />
profon<strong>di</strong>tà e le relative superfici. Laghi a forma <strong>di</strong> coppa molto svasata presentano consistenti<br />
variazioni <strong>di</strong> area tra isobate contigue, mentre quanto più le rive sono prossime alla verticale,<br />
tanto minore sarà la variazione <strong>di</strong> superficie tra aree <strong>di</strong> isobate contigue. In particolare se i dati<br />
vengono trasformati in percentuali <strong>di</strong> superficie rispetto all’isobata zero, tanto più la curva<br />
ipsografica è inclinata sull’asse delle ascisse e tanto maggiormente la conca del lago è appiattita<br />
‐ rapporto tra la superficie (B) del bacino imbrifero e quella del lago (A): è un parametro<br />
importante poiché in<strong>di</strong>ca quanto il bacino idrografico influenza le caratteristiche fisico chimiche<br />
del lago. Questo parametro è importante in particolare per l’interpretazione del regime idrologico<br />
che influenza il tempo <strong>di</strong> rinnovo dell’acqua del lago<br />
Nell’alta Val de la Mare sono presenti numerose conche <strong>di</strong> origine glaciale, alcune attualmente<br />
occupate da laghi come quelli delle Marmotte e Lungo, altre da raccolte d’acqua <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />
minori (Le Pozze), e altre ancora sono state invece occupate in passato da bacini lacustri col tempo<br />
interrati (Val Venezia e la piana attualmente occupata dal Lago artificiale del Careser).<br />
Nell’area oggetto dello stu<strong>di</strong>o si trovano numerosi specchi d’acqua, ma solamente tre sono<br />
abbastanza estesi da poter essere considerati laghi: il Lago delle Marmotte, il lago Lungo e il Lago<br />
Nero (Tab. 4), tutti e tre <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni e <strong>di</strong> scarsa profon<strong>di</strong>tà rispetto ai laghi del vicino<br />
gruppo montuoso Adamello Presanella.<br />
I valori della profon<strong>di</strong>tà relativa sono modesti e in<strong>di</strong>cano una debole stabilità della colonna<br />
d’acqua all’azione <strong>di</strong> rimescolamento operata dal vento, confermata dalla situazione <strong>di</strong><br />
omeotermia in cui sono stati rinvenuti i tre bacini lacustri durante il campionamento.<br />
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