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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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La scelta delle cor<strong>di</strong>nate dei vertici e della <strong>di</strong>mensione della maglia è stata fatta in modo da<br />

ricoprire gli stessi punti utilizzati da prof. Zanon nei suoi già citati lavori, avendo quin<strong>di</strong> la<br />

possibilità <strong>di</strong> fare il confronto nella maniera più omogenea possibile (Fig. 47).<br />

Questi punti sono stati importati in ambiente GIS, nel quale sono stati selezionati solo quelli che<br />

ricadevano all'interno del poligono rappresentativo della rispettiva area glacializzata.<br />

In questo modo, all'interno del GIS ogni rilievo cartografico viene rappresentato me<strong>di</strong>ante una<br />

tabella costituita da una riga per ciascun punto del DTM, nella quale sono contenute le tre<br />

coor<strong>di</strong>nate spaziali del rilievo cartografico <strong>di</strong> base.<br />

La potenzialità del GIS consente <strong>di</strong> effettuare operazioni topologiche tra gli oggetti contenuti,<br />

tra queste, l' "assegnazione spaziale" tra due DTM; questa operazione genera una nuova tabella<br />

nella quale alle proprietà <strong>di</strong> ogni punto <strong>di</strong> un DTM vengono associate quelle del secondo:<br />

ripetendo opportunamente questa operazione per ogni rilievo, si viene ad ottenere una tabella<br />

nella quale sono contenute, oltre alle tre coor<strong>di</strong>nate spaziali <strong>di</strong> ogni punto, anche la rispettiva<br />

quota del bedrock e della superficie glaciale del rilievo precedente.<br />

In questo modo, per ogni rilievo, sono state calcolati i valori <strong>di</strong> spessore assoluto del ghiaccio, i<br />

valori <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota superficiale rispetto al rilievo precedente, e da questi, le stime del<br />

volume netto <strong>di</strong> ghiaccio e della variazione <strong>di</strong> volume rispetto al rilievo precedente.<br />

Una ulteriore elaborazione statistica consente <strong>di</strong> calcolare la <strong>di</strong>stribuzione altimetrica delle<br />

variazioni <strong>di</strong> spessore per fascie altimetriche <strong>di</strong> ampiezza 25 m.<br />

Alla fine della prima fase dell'elaborazione sono emerse alcune incongruenze tra il DTM del<br />

bedrock ed i DTM dei rilievi più recenti, evidenziatesi come "spessori negativi" (cioè la quota del<br />

bedrock risultava maggione <strong>di</strong> quella del ghiaccio; queste sono state risolte riducendo la quota del<br />

bedrock, in considerazione del fatto che la topografia superficiale è stata ritenuta oggettivamente<br />

più precisa.<br />

Ulteriori informazioni a supporto della cartografia sono quelle contenute nei rilievi topografici<br />

<strong>di</strong> profili altimetrici e <strong>di</strong> sezioni della superficie glaciali eseguiti in tempi <strong>di</strong>versi lungo gli stessi<br />

aliineamenti. Queste sono state utilizzate per controllare ed interpretare i risultati ottenuti dalla<br />

cartografia.<br />

Variazioni volumetriche. Risultati<br />

L'analisi dei risultati delle elaborazioni sopradescritte deve partire dalla contestualizzazione dei<br />

materiali e delle informazioni sottoposte ad analisi, in considerazione che questi, ancorchè eseguiti<br />

con il massimo della precisione consentita dagli strumenti <strong>di</strong>sponibili al tempo, si collocano in varie<br />

fasi dell'evoluzione della tecnica cartografica analitica e della prospezione geofisica.<br />

In particolare, i rilievi del Careser del 1933 e del 1958 sono stati eseguiti con il metodo<br />

fotogrammetrico terrestre: del primo rilievo, eseguito dall'I.G.M. sono andati perduti tutti i<br />

materiali nei bombardamenti che ha subito questa struttura militare nel corso della 2^ Guerra<br />

Mon<strong>di</strong>ale, nonchè le restituzioni in scala originale 1:5000; l'elaborazione è stata infatti condotta<br />

sulla riduzione in scala 1:8333 contenuta nella Pubblicazione 132, nella quale viene riportato che<br />

vennero effettutate riprese fotografiche da sette stazioni che non vi sono descritte, e delle quali<br />

solo 3 sono identificabili sulla carta me<strong>di</strong>ante un apposito simbolo, e sono: Staz A ("in prossimità <strong>di</strong><br />

Cima Campisol m 3147,63), Staz B (punto identificato con la <strong>di</strong>citura "sulla destra stazione A" e<br />

localizzato sulla <strong>di</strong>rettrice C.ma Campisol‐C.ma Careser con la quota 3153,72 ) e Stazione C ("quota<br />

sulla stazione m 3157,22") localizzata a SE <strong>di</strong> C.ma Lagolungo. Del rilievo del 1958 sono stati invece<br />

reperiti i fotogrammi che fanno riferimento a tre stazioni fotogrammetriche sopradescritte, che<br />

però non sono identificabili sulla carta del 1958 ma solo su quella del 1933.<br />

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