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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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Variazioni areali ‐ Risultati<br />

I risultati ottenuti permettono, innanzitutto <strong>di</strong> determinare la velocità <strong>di</strong> riduzione areale dei<br />

ghiacciai esaminati, a partire da un riferimento prossimo alla massima espansione della PEG<br />

(Piccola Età Glaciale) costituito dalla cartografia del Payer, che viene datata 1867.<br />

A quella data il ghiacciaio del Careser arrivava a lambire la piana, ora occupata dal serbatoio<br />

idroelettrico, fino a quota 8154 pie<strong>di</strong> viennesi (w.f.) pari a 2577 m, quota mantenuta per almeno<br />

un ventennio, come risulta dal rilievo della carta militare del 1876 e dall'opera <strong>di</strong> Richter [Richter,<br />

1888]. Al rilievo successivo, databile a pochi anni dopo, il ghiacciaio risulta fortemente arretrato,<br />

con la fronte bifida per effetto dell'affioramento del un roccione montonato rituato nei pressi<br />

dell'attuale stazione idrometrica (Fig. 40).<br />

Le stime delle estensioni glaciali nel primo periodo <strong>di</strong> osservazioni, effettuato attraverso la<br />

ricostruzione dell'estensione glaciale ed il calcolo me<strong>di</strong>ante GIS presentano notevoli <strong>di</strong>screpanze<br />

con le stime originali degli autori, stime che hanno sempre costituito un problema, perchè affette<br />

da errori <strong>di</strong> definizione dei confini <strong>di</strong> bacino (problemi rimossi dallo scoprimento delle creste<br />

rocciose per effetto del ritiro) e da errori <strong>di</strong> deformazione nella localizzazione dei particolari delle<br />

forme glaciali. Per fare un esempio, la stima originale dell'estensione del Ghiacciaio de la Mare nel<br />

1867 presentata dal Payer [Payer, 1869] è <strong>di</strong> 4.48 km 2 mentre la stima dell'estensione ricostruita<br />

risulta <strong>di</strong> 6.90 km 2 . La stima originale <strong>di</strong> Richter, databile nell'intorno del 1888 [Richter, 1888] e<br />

della quale non esiste rappresentazione, è <strong>di</strong> 7.20 km 2 , mentre quella ottenuta dalla ricostruzione<br />

sulla base della K. und K. Spezialkarte scala 1:75.000, databile al 1876, risulta 6.33 km 2 .<br />

Analogamente per il Careser, la stima del Payer è <strong>di</strong> 5,64 km 2 , mentre quella ricostruita è <strong>di</strong> 6,39<br />

km 2 , quella del Richter è 6,84 km 2 , mentre quella ottenuta dalla K. und K. Spezialkarte è <strong>di</strong> 5,89<br />

km 2 .<br />

Senza nulla togliere al valore delle stime pionieristiche effettuate dagli autori originali, alla luce<br />

anche del fatto che è <strong>di</strong>fficile pensare che nella fase <strong>di</strong> massima espansione l'estensione del<br />

Ghiacciaio Careser fosse maggiore <strong>di</strong> quella del Ghiacciaio <strong>di</strong> Lamare, si ha ragione <strong>di</strong> credere che<br />

quelle ricostruite siano più plausibili.<br />

Ulteriori stime sono state ottenute dalle Tavolette IGM del 1908, 1910, 1914.<br />

Sempre per quanto riguarda il Ghiacciaio Careser, nel 1923, al primo rilievo celerimetrico <strong>di</strong><br />

Desio, la fronte si era ritirata a monte della roccia montonata. Nel periodo successivo, tra il 1923 e<br />

il 1962, la forma e la posizione delle fronti sono state rilevate praticamente ogni anno<br />

documentando con continuità il ritiro della lingua per tutta la piana ed il crollo della lingua pensile<br />

nel tratto canalone, avvenuto nel 1961 (Fig. 41); per quanto riguarda l'estensione questo periodo è<br />

coperto dai due rilievi dell'UIMA effettuati nel 1933 e nel 1958 (Fig. 42).<br />

Quattro rilievi aerofotogrammetrici sono stati condotti dal Comitato Glaciologico Italiano con la<br />

<strong>di</strong>rezione scientifica del prof. Zanon [Giada & Zanon, ibidem] e con il finanziamento dell'ENEL negli<br />

anni 1967, 1970, 1980, 1990, mentre l'Ufficio Idrografico della Provincia Autonoma <strong>di</strong> Trento ha<br />

compiuto tre rilievi aerofotogrammetrici negli anni 1969, 1973, 1983 (Fig. 43).<br />

Tutti questi rilievi sono stati <strong>di</strong>gitalizzati e sono stati importati in ambiente GIS nel quale sono<br />

state valutate le aree, i cui valori hanno permesso <strong>di</strong> preparare il grafico <strong>di</strong> Fig. 44.<br />

Secondo queste informazioni ghiacciaio ha avuto una generale tendenza alla riduzione areale<br />

fino agli inizi degli anni '70 (del secolo XX^) con una velocità me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ‐1,6 ha/anno. Il leggero<br />

recupero che appare tra il 1867 ed il 1876, pur essendo plausibile perchè anche il Ghiacciaio dei<br />

Forni ha presentato nello stesso periodo una tendenza all'avanzamento, è comunque <strong>di</strong> entità<br />

confrontabile con l'errore cartografico.<br />

Nel periodo successivo si è verificato un lieve recupero attorno ai primi anni '70, che viene<br />

evidenziata con qualche incertezza dovuta a <strong>di</strong>fferenti interpretazioni sulle placche nevose da<br />

parte degli operatori alla fotorestituzione dei rilievi commissionati dai due enti <strong>di</strong>versi.<br />

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