Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...
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Scheda 6<br />
Gli adattamenti della fauna interstiziale<br />
<strong>di</strong> M. Cristina Bruno<br />
Col termine fauna interstiziale s’intendono quegli organismi che vivono negli “spazi interstiziali” <strong>di</strong><br />
tutti i tipi <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti (grani <strong>di</strong> quarzo, frammenti <strong>di</strong> conchiglie o qualsiasi altro conglomerato <strong>di</strong><br />
particelle), e si muovono in questo habitat senza smuovere le particelle costituenti o cambiarne la<br />
posizione.<br />
Molti degli organismi della fauna interstiziale possono essere classificati in base alle loro<br />
<strong>di</strong>mensioni come “meiofauna”, generalmente protisti ed invertebrati che raggiungono una<br />
lunghezza compresa tra i 50 e i 1000 μm in età adulta. Gli invertebrati <strong>di</strong> lunghezza maggiore <strong>di</strong><br />
1000 μm non sono considerati meiofauna a meno che non spendano una parte della loro vita<br />
come piccoli organismi interstiziali (meiofauna temporanea). La meiofauna si riscontra in tutti gli<br />
ecosistemi acquatici, sia marini che <strong>di</strong> acqua dolce, includendo più della metà dei rappresentanti<br />
dei phyla <strong>di</strong> animali conosciuti. Attualmente, si preferisce porre l’accento sulle relazioni ecologiche<br />
che legano i <strong>di</strong>versi organismi alle acque sotterranee continentali, riconoscendo le seguenti<br />
categorie, che corrispondono a un crescente grado <strong>di</strong> adattamento all’habitat:<br />
•Stigossene: specie ad ampia valenza ecologica, che solo occasionalmente si rinvengono<br />
nell’ambiente interstiziale. Tuttavia, gli stigosseni possono influenzare i processi nell’ecosistema<br />
sotterranea agendo, per esempio, come predatori o prede.<br />
•Stigofile: specie che sfruttano attivamente le risorse dell’ecosistema sotterraneo,<br />
cercandovi protezione da con<strong>di</strong>zioni ambientali sfavorevoli negli ambienti superficiali, o per<br />
metamorfosare, o per predare, ma che non sono necessariamente legati a questo ambiente. In<br />
ambiente interstiziale, questa categoria è a sua volta sud<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>bile in: iporreos occasionale (larve,<br />
soprattutto <strong>di</strong> insetti acquatici, che possono vivere nell’iporreico, ma che da adulti vivono nel<br />
bentos), specie ambifite (taxa in cui parte del ciclo vitale si deve svolgere in ambiente interstiziale)<br />
quali alcuni plecotteri, e iporreos permanente (specie quali nemato<strong>di</strong>, oligocheti, acari, ostraco<strong>di</strong>,<br />
copepo<strong>di</strong>, cladoceri, e tar<strong>di</strong>gra<strong>di</strong>, che possono essere presenti durante tutte le fasi del ciclo vitale<br />
sia in ambiente superficiale che sotterraneo. In quest’ultimo caso, una fase epigea non è<br />
necessaria per completare il ciclo vitale).<br />
•Stigobie: forme estremamente specializzate, esclusive <strong>di</strong> acque dolci sotterranee <strong>di</strong> cui i<br />
crostacei rappresentano una grande percentuale.<br />
L’ambiente sotterraneo presenta molteplici particolarità, la più importante delle quali è la<br />
mancanza <strong>di</strong> luce; sono significative inoltre la ridotta ampiezza delle variazioni <strong>di</strong> alcuni parametri<br />
fisico‐chimici e la presenza <strong>di</strong> poche risorse energetiche. Pertanto, molti stigobionti sembrano non<br />
avere strette relazioni con organismi epigei, ed inoltre mostrano delle peculiari caratteristiche<br />
morfologiche e requisiti ecologici adatti alla sopravvivenza in tale habitat.<br />
Gli organismi interstiziali presentano in genere <strong>di</strong>mensioni corporee ridotte ed un appiattimento e<br />
allungamento del corpo con spostamento laterale delle appen<strong>di</strong>ci locomotorie, allo scopo <strong>di</strong><br />
favorire il movimento tra i granelli <strong>di</strong> sabbia e lungo i sottili canalicoli interstiziali. La <strong>di</strong>minuzione<br />
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