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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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e 2003 sulle stazioni NB1, NB2, NB3, NB1bis, NB2bis, NB3bis, NB4, NBAR, CR1 e CR2, e su due<br />

campionamenti <strong>di</strong> 48 ore effettuati in luglio e ottobre 2002 nelle stazioni NB3 e NB3bis (sono state<br />

raccolte tre repliche <strong>di</strong> drift per 15 minuti ogni 3 ore). Scopo della ricerca era confrontare gli<br />

arpacticoi<strong>di</strong> del drift <strong>di</strong> torrenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine, e <strong>di</strong> valutare l’influenza delle acque sotterranee<br />

nei picchi estivi giornalieri nei tratti glaciali. Nel corso delle ricerche sono stati raccolti 2684<br />

arpacticoi<strong>di</strong>, appartenenti a 14 specie e 4 generi. Una specie era nuova per la scienza ed è stata<br />

quin<strong>di</strong> descritta come Hypocamptus ruffoi, un’ulteriore nuova specie è in corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Gli<br />

arpacticoi<strong>di</strong> erano più abbondanti nel drift <strong>di</strong> corsi d’acqua <strong>di</strong> origine glaciale che non in quelli<br />

originati dalla fusione <strong>di</strong> nevai e dalle precipitazioni. Ciò è probabilmente dovuto al maggior<br />

<strong>di</strong>sturbo della zona iporreica dovuto dall’elevata instabilità dell’alveo e dai picchi estivi <strong>di</strong> portata<br />

nei torrenti glaciali e/o alla presenza nel tempo <strong>di</strong> popolazioni più abbondanti nell’acquifero<br />

esistente sotto i ghiacciai. La seconda ipotesi era supportata anche dal considerevole numero <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui raccolti nel drift a livello della bocca glaciale. La maggior parte degli arpacticoi<strong>di</strong> raccolti<br />

erano organismi occasionali nell’ambiente iporreico; specie adattate ed esclusive <strong>di</strong> questo<br />

ambiente non sono state raccolte. Questo dato suggerisce che l’habitat iporreico rappresenti un<br />

rifugio per molte specie <strong>di</strong> arpacticoi<strong>di</strong> epigei, che sono più comunemente epibentici in ruscelli e<br />

sorgenti dove le con<strong>di</strong>zioni ambientali meno severe (per es., la bassa corrente) permettono loro <strong>di</strong><br />

sopravvivere nello strato superficiale dei se<strong>di</strong>menti. L’assenza <strong>di</strong> organismi esclusivi <strong>di</strong> acque<br />

sotterranee nel drift è probabilmente dovuto alla loro rarità e al minor <strong>di</strong>sturbo dei se<strong>di</strong>menti<br />

profon<strong>di</strong>.<br />

Fig. 10 ‐ Composizione relativa della comunità driftante nelle 6 stazioni stu<strong>di</strong>ate (agosto 2000).<br />

Per quanto riguarda l’andamento giornaliero del drift, abbiamo evidenziato come tra gli Insetti, nel<br />

Rio Larcher i plecotteri sembrano essere più notturni, come osservato da altri autori in torrenti<br />

popolati da pesci <strong>di</strong> cui i Plecotteri sono ghiotte prede. I Chironomi<strong>di</strong> invece sono essenzialmente<br />

driftanti nelle ore <strong>di</strong> massimo irraggiamento solare sia in ambiente artico che alpino.<br />

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