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Progetto HIGHEST - Relazione Finale - Museo Tridentino di Scienze ...

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sono molto frequentate da entrambe le specie, che possono essere osservate più facilmente<br />

durante l’attività <strong>di</strong> termoregolazione, come tutti i rettili. L’ovoviviparità è un adattamento ai climi<br />

fred<strong>di</strong> presente anche in un altro rappresentante dell’erpetofauna delle Alpi, la salamandra alpina<br />

(Salamandra atra), un anfibio urodelo che in questo modo è riuscito a svincolarsi completamente<br />

dall’ambiente acquatico. L’intero sviluppo larvale avviene infatti in ambiente intrauterino e la<br />

gestazione dura 2 o 3 anni. È specie molto elusiva, <strong>di</strong>fficilmente contattabile sia per l’assenza <strong>di</strong><br />

una fase acquatica nel suo ciclo vitale, sia per la brevità del suo periodo <strong>di</strong> attività annuale, sia<br />

perché tende a fuggire la luce del giorno, uscendo allo scoperto <strong>di</strong> notte o in presenza <strong>di</strong> pioggia e<br />

nebbia. Ottenere un quadro <strong>di</strong>stributivo affidabile <strong>di</strong> questa specie appare dunque complesso,<br />

anche per la pletora <strong>di</strong> segnalazioni dubbie <strong>di</strong> cui storicamente è stata oggetto in Trentino. Alcune<br />

si riferiscono agli habitat <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a quota tipicamente frequentati dalla salamandra pezzata, con cui<br />

viene facilmente confusa. Esistono segnalazioni <strong>di</strong> salamandra alpina in Val de la Mare, più<br />

precisamente in Val Venezia, risalenti al 1980, ma che non hanno mai trovato altre conferme.<br />

Molto eclatante è invece la presenza dei due anfibi più comuni degli ambienti <strong>di</strong> alta quota, il<br />

rospo comune (Bufo bufo) e la rana <strong>di</strong> montagna (Rana temporaria). Le ovature e le larve che in<br />

primavera e in estate abbondano nei laghetti <strong>di</strong> montagna <strong>di</strong>fficilmente sfuggono all’attenzione. Il<br />

primo depone lunghi cordoni <strong>di</strong> uova, la seconda masse gelatinose che aumentano le proprie<br />

<strong>di</strong>mensioni dalla deposizione al momento della schiusa. Il rospo è specie molto adattabile, è<br />

l’anfibio più comune presente in Italia, mentre la rana <strong>di</strong> montagna è specie a <strong>di</strong>stribuzione<br />

settentrionale, che in Italia occupa zone collinari e montane ed è, fra le rane italiane, quella che<br />

tollera le temperature più basse, potendo rimanere attiva anche a temperature prossime allo zero.<br />

Entrambe le specie sono legate agli ambienti umi<strong>di</strong> ed è più frequente rinvenire gli adulti nel<br />

periodo riproduttivo nei pressi <strong>di</strong> raccolte d’acqua, pozze, torbiere, torrenti. Occasionalmente,<br />

specie in giornate umide, possono essere rinvenuti esemplari nelle praterie alpine o nei boschi,<br />

lontano dai corpi d’acqua.<br />

Una rana rossa (Rana tempora ria) e due rospi (Bufo bufo) in accoppiamento.<br />

Molto legati ad habitat acquatici sono anche alcune specie <strong>di</strong> vertebrati endotermi, come ad<br />

esempio il toporagno acquaiolo (Neomys fo<strong>di</strong>ens). Esso vive lungo le sponde <strong>di</strong> torrenti e ruscelli<br />

con acque turbolente e si nutre principalmente <strong>di</strong> macroinvertebrati bentonici; presenta infatti<br />

delle caratteristiche frange <strong>di</strong> setole ai lati delle zampe e sulla coda, in senso longitu<strong>di</strong>nale, che gli<br />

permettono <strong>di</strong> nuotare in modo molto efficiente. Come per gli altri toporagni, la sua saliva<br />

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