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testo pdf - Piccolo Principe

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COMMENTI ALLE DOMANDE DELL’AREA DELLE BUONE PRASSI – ROMANIA<br />

Non ci sono esperienze realizzate di progetti di rientro onorevole in Romania per persone ex detenute.<br />

Rispetto alla specificità rumena gli elementi sottolineati dagli intervistati riguardano l’esistenza sul territorio di<br />

molte strutture di assistenza pubbliche e del privato sociale e la conseguente necessità di coordinamento<br />

attraverso la costruzione di reti. E’ stata anche sottolineata la difficoltà nel raggiungere tale obbiettivo, a causa<br />

del prevalere delle specificità e della cura del proprio interesse. Inoltre è indispensabile calibrare bene la<br />

tempistica dei progetti tenendo conto della differenza tra i tempi occidentali e quelli dei paesi terzi, realtà in cui<br />

i progetti in ambito sociale sono agli inizi e che quindi ancora non hanno un concreto bagaglio di esperienza e<br />

prassi consolidate.<br />

Rispetto all’esperienza di rientro di alcuni cittadini eritrei le buone prassi individuate riguardano:<br />

• chiarezza del percorso<br />

• condivisione e partecipazione nella costruzione del percorso da parte del gruppo o della persona<br />

obbiettivo<br />

• adeguato percorso formativo prima del rientro<br />

• presenza nel paese terzo di una agenzia di appoggio, che abbia anche la capacità di dare accesso al<br />

credito alle persone o al gruppo che rientra<br />

• prevedere un periodo in cui mantenere i legami anche a distanza, in modo da garantire un supporto anche<br />

tecnico. Il legame va mantenuto nel tempo e allentato poco alla volta.<br />

Rispetto ai progetti di cooperazione internazionale realizzati le buone prassi individuate riguardano:<br />

• coinvolgimento del governo, almeno a livello locale<br />

• coinvolgimento delle ONG presenti sul territorio, previo un preliminare monitoraggio per verificarne<br />

l’affidabilità<br />

• prevedere la presenza di almeno un cooperante che segua il progetto in loco<br />

• creare progetti sulla base di un’analisi di fattibilità<br />

• coinvolgere le realtà dei paesi terzi nella fase di progettazione<br />

• creare progetti che prevedano la sostenibilità, ovverosia che il progetto una volta concluso possa<br />

continuare senza il coinvolgimento della cooperazione internazionale<br />

• prevedere l’impiego di personale locale nel progetto, in modo da garantire il trasferimento di know how e di<br />

competenze e conoscenze<br />

• indispensabilità di un ruolo attivo del partenariato del paese terzo<br />

Anche qui si sottolinea l’importanza del ruolo delle donne per la tenuta e buona riuscita dei progetti.<br />

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