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testo pdf - Piccolo Principe

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DOMANDE AREA LEGALE<br />

DOMANDA 1 Esiste una normativa di accordo tra lo Stato italiano e la sua nazione che regola il rientro forzato?<br />

Se si, spiegare le regole degli accordi.<br />

A. Le persone nei CPT vengono mandate in Romania con trasporto pagato dalla Stato Italiano. Quando arrivano in<br />

Romania vengono presi in consegna dalle forze dell'ordine, fanno un colloquio e dopo sono persone libere.<br />

Questo comporta solo che quelle persone non possono più rientrare in Italia e nello spazio Schengen per 5 anni.<br />

E' la parte Europea che determina questa proibizione, non la parte rumena.<br />

C. Per quanto so io non c’è un accordo diplomatico di reciprocità tra Italia e Romania. Per evitare problematiche di<br />

reati da parte dei rumeni sul territorio italiano (come anche da parte degli italiani sul territorio rumeno) è stato fatto<br />

un altro accordo secondo cui il ministero degli affari interni rumeni ha inviato in Italia una persona adatta per fare il<br />

collegamento con la polizia italiana. Qui al Consolato c’è un colonnello, come c’è anche a Roma, che<br />

intervengono per i reati gravi o per i ricercati.<br />

I. Per quanto riguarda la Romania c'è un accordo bilaterale, quindi i controlli da parte della Questura sono molto più<br />

veloci perché le autorità consolari rumene rilasciano dei lasciapassare collettivi. Cioè non vanno ad individuare<br />

persona per persona, ma collettivamente. Infatti sono previsti, a differenza di altre nazioni, dei voli charter in<br />

accordo con la polizia rumena che spesso viene direttamente a prendere le persone da espatriare in Italia, e li<br />

riportano in patria.<br />

L. Non lo so perché dipendono dal Ministero degli esteri, certamente è più semplice con l’Albania, dove le forze di<br />

polizia italiane si sono recate per formare ed istruire le forze di polizia rumene, in questo caso c'è una<br />

collaborazione massima; ciò accade anche con la Romania, c'è stato con la Bulgaria, e non potrebbe essere<br />

altrimenti per le nazioni che fanno istanza di entrare in Europa.<br />

M. Devo fare una premessa, la comunità rumena composta da persone legali e illegali, è la più importante in Italia.<br />

Come numero di reati commessi in Italia gli emigrati rumeni sono al terzo posto, ma se si rapporta questo dato al<br />

numero dei rumeni presenti in Italia si scende al diciassettesimo posto. Per questa ragione le Questure italiane<br />

dicono che non hanno grossi problemi con i rumeni. Inoltre l'80% dei reati sono reati alla legge di immigrazione, a<br />

causa del fatto che l’Italia è l'unico paese dello spazio Schengen nel quale in 8 giorni la persona deve procurarsi il<br />

permesso di soggiorno. Alla gran parte dei rumeni succede che mettono il visto dello spazio Schengen tra<br />

Ungheria ed Austria, spesso sono stati 3 giorni in Austria, 2 in Germania, 2 in Francia, e arrivano in Italia che sono<br />

già in colpa. Per quanto riguarda gli altri reati si tratta di reati minori, rubano qualcosa da mangiare, mettono due<br />

giacche una sopra l'altra ai supermercati, non si tratta di criminalità organizzata. Anche nel campo della<br />

prostituzione, ambito in cui ci sono molte cittadine rumene (anche minorenni), queste sono gestite dalle catene di<br />

sfruttamento di altre nazioni. Si sono firmati degli accordi tra Romania e quasi tutti i paesi dell'Unione Europea e<br />

dello spazio Schengen, uno dei primi fu con l’Italia, i cosiddetti accordi di riammissione, secondo i quali quelli che<br />

non hanno rispettato le leggi italiane, per vari motivi, possono essere rimandati in Romania. Ci sono anche<br />

accordi di estradizione e ci sono anche accordi affinché la pena venga scontata in Romania. Questi accori<br />

funzionano veramente bene, anche per il fatto che, secondo gli accordi fatti, ci sono sia in frontiera italiana ufficiali<br />

romeni che lavorano insieme a quelli italiani, sia in frontiera rumena ufficiali italiani che lavorano insieme a quelli<br />

rumeni. E in più, secondo un altro accordo, l’Italia ha in Romania rappresentanti della polizia italiana, e la<br />

Romania ha in Italia (presso l'ambasciata e i consolati) addetti rumeni che lavorano insieme alle Questure,<br />

carabinieri, polizia locale e così via.<br />

Q. Esistono degli accordi di riammissione con la Romania, si tratta di accordi di collaborazione tra Italia e il paese di<br />

provenienza più che di rientro forzato. Nel senso che il cittadino straniero, che viene trovato sul territorio italiano<br />

senza permesso di soggiorno oppure che ha commesso un reato e si trova in carcere o che ha commesso un<br />

reato che non consente poi il rinnovo o l'ottenimento del permesso di soggiorno, ovviamente dovrà essere<br />

espulso. Viene quindi portato nel CPT e le autorità di pubblica sicurezza italiane hanno la possibilità di prendere i<br />

contatti con le autorità diplomatiche del paese di appartenenza della persona, affinché la persona venga<br />

identificata e gli venga rilasciato il documento di viaggio fondamentale per poter far rientrare la persona nel paese<br />

di origine. Se non esistono questi accordi di riammissione ovviamente è più difficile l'identificazione, perché non<br />

c'è la collaborazione da parte dei consolati, e quindi risulta vano il trattenimento di identificazione durante la<br />

permanenza nei CPT. Nel caso in cui la persona da rimpatriare non venga accompagnata in frontiera, essa, una<br />

volta scaduti i 60 giorni (tempo massimo di trattenimento), si ritrova sul territorio italiano con un invito, un obbligo,<br />

di lasciare l'Italia entro 5 giorni, che ovviamente non viene ottemperato.<br />

In cambio di questa collaborazione l'Italia prevede delle quote privilegiate di ingresso di cittadini stranieri<br />

provenienti da quei paesi con cui l'Italia ha sottoscritto questi accordi, all’interno della pubblicazione annuale del<br />

decreto flussi.<br />

Per i cittadini di paesi che non hanno sottoscritto accordi con l'Italia, quando essi si trovano nei centri di<br />

permanenza temporanea, le autorità di pubblica sicurezza chiedono al consolato, al presumibile consolato di<br />

competenza, la collaborazione. Ci sono consolati che non intendono collaborare con l'Italia perché non ci sono<br />

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