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fare quello che vuole.<br />
M. Una normativa esiste per tutti quelli che hanno subito una pena, anche in Romania. Una volta scontata la pena<br />
hanno un'offerta di lavoro, che rispetti la loro qualifica professionale; se durante la pena ha seguito corsi di<br />
qualificazione gli viene cercato un posto in lavoro nel campo in cui si è formato. Se ha famiglia con bambini, i<br />
bambini entrano nell'attenzione di un'agenzia speciale che si chiama Agenzia nazionale per la protezione dei<br />
minori, che alle famiglie in difficoltà accorda una tutela speciale per i minori; se i genitori non sono capaci di<br />
sostenerli possono ricevere aiuti sociali, per esempio per il pagamento del riscaldamento, per la situazione di<br />
disoccupazione. Un'osservazione, non si deve fare il paragone tra i programmi e le cifre che esistono in Italia o in<br />
Belgio o in Germania con quelle che esistono in Romania, tutto è in rapporto con lo stipendio medio rumeno (lo<br />
stipendio medio è quasi 200 euro al mese). L'aiuto sociale non può essere più alto per esempio dello stipendio di<br />
un professore universitario. Tutti questi programmi sono a livello governativo, adesso iniziano ad occuparsene<br />
anche delle ONG. Da noi la società civile ha un storia abbastanza recente, adesso si sta cristallizzando, in molti<br />
campi è già molto attiva, in altri campi è in stato di formazione. Cominciano ad esserci delle ONG che iniziano<br />
piccoli programmi e progetti per accordare un'assistenza alle persone che si trovano in difficoltà di vario tipo:<br />
handicap, situazioni famigliari difficili, persone che sono state in carcere. Di principio le cose funzionano come in<br />
Italia, solo che con meno rendimento, a causa della scarsa forma economica del paese, questo è uno dei<br />
principali ostacoli.<br />
Q. Non esistono. Almeno le persone che abbiamo incontrato nuovamente perché sono tornate in Italia dopo un<br />
rimpatrio dicono che gran parte di loro cerca comunque di ritornare in Italia perché al loro paese di origine non<br />
hanno la possibilità di trovare lavoro, non hanno più nessuno avendo lasciato il paese da tanto tempo. Per cui<br />
presumibilmente vengono lasciati al loro destino.<br />
La Romania sta tentando delle politiche più ampie con accordi e investimenti. La stessa cosa è avvenuta in Libia.<br />
Però fanno parte di politiche molto più ampie che non sono legate al destino di chi rientra con decreti di<br />
espulsione. Queste strategie non è detto che poi abbiamo delle ripercussioni pratiche sulle persone espulse<br />
dall’Europa.<br />
Mi viene in mente che il consolato del Perù, ad esempio, investe molto sui cittadini stranieri residenti all'estero,<br />
ovviamente perché ci sono molte rimesse, ma non investe niente sulle persone irregolari, se non agevolazioni<br />
durante i periodi di regolarizzazione con il rilascio dei documenti di identità piuttosto che altro. Cosa che, ad<br />
esempio, il consolato della Romania non fa. Il consolato della Romania considera tutti i cittadini scomodi, nel<br />
senso che il consolato non agevola niente, non solo rispetto ai clandestini, nemmeno per gli altri. Se hai bisogno<br />
di prendere contatti con il consolato, per qualsiasi cosa, ci metti code, il fatto che al telefono non rispondono. Ora<br />
noi siamo a Milano, ma se uno arriva anche solo da qualsiasi altro posto del nord Italia è impossibile. Per cui li<br />
modo con cui la Romania tratta i propri immigrati è inesistente.<br />
R. In Romania sì, hanno molte possibilità anche attraverso il loro governo che ultimamente si sta muovendo anche<br />
perché entrerà nella comunità europea. Abbiamo notato che c'è un miglioramento enorme perché c'è più<br />
disponibilità da parte delle autorità locali, è migliorata la situazione rispetto ai diritti umani in particolare verso i<br />
rom.<br />
DOMANDA 4 Esistono, nella sua nazione, delle normative che ostacolano l’inserimento lavorativo dei soggetti<br />
rimpatriati?<br />
A. No.<br />
B. No.<br />
C. Non c’è nessuna legge in tal senso perché una persona espulsa nel momento in cui arriva in Romania è libera di<br />
fare quello che vuole.<br />
M. Non esistono.<br />
DOMANDA 5 Esistono, nella sua nazione, delle normative che favoriscono od ostacolano l’inserimento lavorativo di<br />
soggetti che hanno ricevuto condanne penali in patria o all’estero?<br />
A. Non so se in Romania è ancora in vigore una legge per cui sulla carta di identità la serie era specifica per persone<br />
che avevano ricevuto condanne. In questo modo al primo controllo di polizia si capiva che quella persona aveva<br />
avuto delle condanne. Essendo un numero molto alto di persone con condanne, secondo me ci si è fatta<br />
l'abitudine, cioè se uno ha voglia di lavorare viene inserito comunque.<br />
La serie era riconoscibile da tutti.<br />
B. No. Il cittadino rumeno ha tutti i diritti di una persona che è stata assolta e che ha scontato la pena.<br />
C. In Romania quando un carcerato esce fuori dal carcere ha il diritto di trovare un posto di lavoro. Le leggi rumene<br />
lo obbligano, quando si presenta in un posto di lavoro, di far vedere i documenti che attestano che è stato in<br />
carcere. Nel caso che non lo fa, già diventa un reato.<br />
M. Una normativa esiste per tutti quelli che hanno subito una pena, anche in Romania. Una volta scontata la pena<br />
hanno un'offerta di lavoro, che rispetti la loro qualifica professionale; se durante la pena ha seguito corsi di<br />
qualificazione gli viene cercato un posto in lavoro nel campo in cui si è formato. Se ha famiglia con bambini, i<br />
bambini entrano nell'attenzione di un'agenzia speciale che si chiama Agenzia nazionale per la protezione dei<br />
minori, che alle famiglie in difficoltà accorda una tutela speciale per i minori; se i genitori non sono capaci di<br />
sostenerli possono ricevere aiuti sociali, per esempio per il pagamento del riscaldamento, per la situazione di<br />
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