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testo pdf - Piccolo Principe

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dalla fase di ideazione delle attività in una logica di progettazione partecipata che tenga conto dei loro<br />

bisogni e che li faccia sentire parte attiva della realizzazione del processo nella sua complessità.<br />

Questa prospettiva va nella direzione di coniugare i nostri bisogni con i loro: il bisogno italiano è quello<br />

di fornire un significato evolutivo alla pena scontata dai detenuti stranieri ed alleggerire il carico che il<br />

grande numero di detenuti stranieri dà al sistema giudiziario e penale italiano; il bisogno dei paesi terzi<br />

è collegato alla possibilità di sviluppo locale, al di fuori di una logica assistenziale. Un approccio così<br />

strutturato permetterebbe anche di non generare discriminazioni tra chi ha fallito un progetto<br />

migratorio e chi non ha avuto la possibilità di tentarlo.<br />

L’importanza di coinvolgere i diversi livelli dell’organizzazione civile dei paesi terzi: dalle istituzioni alle<br />

ONG locali, in modo da costruire alleanze funzionali alla realizzazione dei rientri e alla tenuta dei<br />

progetti in una futura situazione di autonomia, che non preveda più la presenza e il sostegno diretto di<br />

attori occidentali.<br />

I PUNTI DI ATTENZIONE<br />

L’analisi dei dati della ricerca fa emergere che in ciascuna delle nazioni prese in considerazione sono presenti<br />

fattori problematici.<br />

Rispetto al Perù:<br />

• La situazione economica caratterizzata da forte instabilità, da una scarsa presenza di offerta di lavoro<br />

regolare e dal prevalere di lavoro informale, da redditi bassi che permettono solo la sopravvivenza, da<br />

ampie aree di povertà<br />

• L’assenza di accordi bilaterali tra Italia e Perù<br />

• La necessità di compiere un’opera di sensibilizzazione nei confronti del Consolato peruviano essendo<br />

sconosciuti i progetti di rientro onorevole. Tale situazione delinea la necessità di compiere un’opera<br />

informativa e di chiarificazione preliminare in modo da evitare ambiguità, incomprensioni che potrebbero<br />

compromettere la disponibilità alla collaborazione<br />

• Il grande peso delle prassi informali, superiore a quello delle procedure formalizzate<br />

• La presenza del narcotraffico<br />

• La notevole distanza fisica che separa il Perù dall’Europa<br />

Rispetto alla Tunisia:<br />

• La normativa riguardante il rientro di cittadini tunisini emigrati irregolarmente<br />

• La forte presenza di corruzione<br />

• Il dubbio sullo spirito di solidarietà della società tunisina<br />

Rispetto alla Romania:<br />

• Il suo ingresso nell’Unione Europea<br />

• Lo sfruttamento della forza lavoro (anche da parte di imprenditori stranieri che hanno aperto realtà<br />

produttive in Romania e che iniziano a essere visti con diffidenza da parte della popolazione locale)<br />

caratterizzato dall’offrire lavoro in nero, sotto pagato e dal non garantire alcun diritto sindacale.<br />

I punti di attenzione qui sopra riportati non sono tali da scoraggiare l’avvio di un progetto di rientro onorevole<br />

per persone detenute o ex detenute, purché i progetti vengano costruiti in maniera differenziata e specifica,<br />

tale da tenere conto delle particolarità della nazione e dell’area geografica in cui i rientri devono avvenire.<br />

E’ quindi indispensabile individuare per ciascun paese preso in esame una formula adatta alle opportunità da<br />

costruire nel paese terzo e alla modalità di coinvolgimento dei soggetti istituzionali e del privato sociale.<br />

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