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testo pdf - Piccolo Principe

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DOMANDE AREA ANTROPOLOGICO – CULTURALE<br />

DOMANDA 8 Quali pensa siano le ragioni che hanno spinto suoi connazionali a cercare di emigrare?<br />

A. Ci sono tante categorie. La categoria con il numero di persone più alto è "vado, lavoro un anno - due - tre, torno<br />

in Romania con i soldi fatti ed investo in Romania. La categoria successiva è rappresentata da quelli che vengono<br />

per stabilirsi qua, per lavorare, per crearsi delle condizioni di vita migliore dal punto di vista economico.<br />

Ultimamente sembra che in Romania stiano nascendo delle possibilità altrettanto interessanti. Una categoria, ma<br />

non molto consistente, viene per studiare e poi ci sono quelli che vengono per cercare affari, import – export.<br />

B. Ragioni economiche e sociali. Per le ragioni sociali mi riferisco ai rom che sono un po' emarginati. Non perché non<br />

hanno i diritti, anzi adesso con la nostra entrata nella comunità hanno più diritti che i rumeni, però è stato sempre<br />

così in Romania, non c'è niente da fare. Quindi anche dandogli tutti i diritti possibili, loro sono un gruppo speciale.<br />

L'emarginazione è dovuta al fatto che hanno vissuto sempre al limite dell'integrazione, ai margini delle grandi città,<br />

nei paesi piccoli le loro case erano sempre costruite fuori dal paese, vivevano nella loro comunità, come lavoro<br />

praticavano lavori non qualificati. E' sempre stato così.<br />

C. Ceaucescu ha messo in atto una dittatura bestiale, che ha messo in ginocchio tutto il paese per 45 anni. Nel<br />

dicembre ’89, in due giorni è cambiato tutto. All’improvviso si sono spalancate le porte del paese. All’inizio è uscita<br />

poca gente dal paese. Ma il livello di povertà era elevato, malgrado la disoccupazione non esistesse. L’apertura<br />

delle porte ha cambiato non solo i parametri di vita sociale, ma anche quelli economico – politici. All’improvviso si<br />

è visto che le tecnologie impiegate erano antiquate, che i prodotti industriali non erano competitivi. Così nel giro di<br />

due anni le industrie hanno chiuso le porte e quasi il 30% della popolazione rumena si è trovata per strada.<br />

Persone preparate all’improvviso si sono trovate senza lavoro, senza la possibilità di portare il pane a casa.<br />

L’agricoltura era in mano agli anziani, perché i giovani preferivano il lavoro in fabbrica. Fino alla firma da parte<br />

della Romania dell’accordo Schengen, i rumeni per uscire dal paese dovevano fare file di settimane davanti al<br />

Consolato per ricevere il visto sul passaporto. Nel 2001 eravamo presenti in Italia quasi 80.000 rumeni. Dopo<br />

l’accordo Schengen per uscire dal paese era sufficiente il passaporto e si poteva andare dove si voleva in base<br />

alle condizioni Schengen (90 giorni, non di più). Quelli che sono usciti non sono mai ritornati indietro.<br />

D. Questo è un discorso molto ampio, dipende dall’economia, dalla vita che non è così facile, dalla difficoltà di<br />

trovare un posto di lavoro. Allora la persona cerca questa via di mezzo, di andare all’estero, di provare, perché<br />

vengono e provano; ci sono persone che non sia abituano e allora vanno via. Non si abituano alle condizioni, alle<br />

abitudini, al clima. Soprattutto per i più giovani c’è anche il fatto di aver voglia di cambiare, di vedere un altro<br />

mondo, la curiosità di vedere altre nazioni (come si lavora, come si guadagna e come si sta in un altro paese), di<br />

verificare se riescono ad integrarsi in un altro luogo e di vedere se riescono a fare qualcosa di più per loro.<br />

Quando decidono di partire cercano di andare da qualcuno che conoscono, perché da soli è più difficile. Vanno da<br />

qualche amico, conoscente, che li ospita per qualche tempo.<br />

E. Per lavorare, ma andando avanti e indietro perché in Romania ho la mia famiglia.<br />

F. In Romania il lavoro c'è, ma si guadagna poco e con quello che guadagni non riesci a fare niente<br />

G. In Romania non ci sono soldi. C'è lavoro, ma non per tutti. Per avere un posto buono bisogna avere il diploma<br />

oppure avere conoscenze. Altrimenti il lavoro è a singhiozzo, qualche giorno lavori e qualche altro non lavori.<br />

I. Per quanto riguarda i rumeni la ragione è legata alla possibilità o al sogno di poter cambiare vita, di avere un<br />

salario ben più alto di quello che si può ricevere con qualsiasi lavoro in Romania. So che anche un lavoratore<br />

regolare in Romania ha un salario veramente basso, quindi la chimera del guadagnare parecchi soldi porta alla<br />

migrazione.<br />

J. Le ragioni sono varie, la prima è sempre l'urgenza di miglioramento economico e della propria vita. Inoltre<br />

soprattutto da queste regioni funziona il tam tam del gruppo che è già venuto qua. Non credo che siano percorsi di<br />

emigrazioni strutturati con delle mete chiare di inserimento lavorativo, soprattutto per i giovani rumeni, che sono<br />

gli ultimi che sono arrivati. Vengono via da una situazione (la mia esperienza è soprattutto in Albania, dove ho<br />

lavorato 2 anni) per migliorare la propria condizione economica, ma anche per venire fuori da una situazione di<br />

vita, di relazioni sociali e di prospettive, disastrosa.<br />

M. In Italia ci sono due tipi di emigrazione rumena. La prima era l'emigrazione storica, rappresentata da quelli venuti<br />

in Italia prima della caduta del comunismo, che scappavano per motivi politici sia di libertà personale e contro le<br />

costrizioni del sistema. Questa emigrazione è formata soprattutto da intellettuali, professori, medici, artisti, ce ne<br />

sono un sacco a Milano e in Lombardia (direttori di ospedali, medici). Dopo il 2000 il motivo è stato di tipo<br />

economico, facilitato dal fatto che c'è una vicinanza linguistica, infatti un rumeno fin dall'inizio riesce a parlare un<br />

po' di italiano, nel giro di 2 o 3 settimane non ha più problemi di capire e farsi capire, in 6 mesi i membri di una<br />

famiglia rumena che si trova in Italia parlano tra di loro in italiano. Hanno questo desiderio di integrazione(che è<br />

negativo da un punto di vista culturale rumeno, però positivo per loro), per cui diventano veramente italiani. Non<br />

hanno problemi di lingua, anche culturalmente non ci sono grandi differenze. La stessa cosa accade agli italiani in<br />

Romania, pochi lo sanno ma una delle prime migrazioni italiane fu verso la Romania, e anche attualmente<br />

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