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testo pdf - Piccolo Principe

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COMMENTI ALLE DOMANDE DELL’AREA LEGALE – PERÙ<br />

Normativa d’accordo tra Italia e Perù<br />

Non esistono accordi di rientro tra Italia e Perù, ciò comporta che un programma di rientro onorevole –<br />

assistito debba prevedere una preliminare intesa tra le organizzazioni italiane che se ne occupano e il<br />

Consolato del Perù. Relativamente all’ottenimento di una intesa con il Consolato c’è da sottolineare che tale<br />

procedura rappresenterebbe un’inversione della linea di tendenza adottata finora dal Consolato medesimo,<br />

caratterizzata da un forte investimento sui cittadini regolarmente inseriti in Italia e da un relativo scarso<br />

interesse nei confronti degli irregolari. Questa condizione è stata da noi stessi percepita nel momento in cui è<br />

avvenuta la richiesta di intervistare un rappresentante del Consolato del Perù, infatti le prime risposte ricevute<br />

esprimevano il non interesse nel prendere in considerazione procedure volte al rientro onorevole,<br />

sottolineando l’assenza di comprensione del significato di un’azione di aiuto a cittadini peruviani per rientrare<br />

in Perù. Durante l’intervista tale percezione è andata stemperandosi; perciò quello che è accaduto fa pensare<br />

alla necessità di un intervento di sensibilizzazione preliminare alla sottoscrizione di un accordo di intesa per i<br />

rientri onorevoli – assistiti.<br />

Aspetti legislativi relativi alle procedure di rientro assistito<br />

Per quanto riguarda la procedura per il rientro onorevole – assistito è bene tenere conto che, nel caso un<br />

cittadino peruviano sia stato espulso perché irregolare, una volta rientrato in Perù è considerato un cittadino<br />

libero, senza sanzioni né procedimenti a suo carico. Questo comporta il fatto che è possibile attivare percorsi<br />

di rientro onorevole per i cittadini peruviani che hanno scontato la pena e hanno ricevuto il decreto di<br />

espulsione, sapendo che non ci saranno difficoltà nel momento dell’ingresso nel paese d’origine. Un’altra<br />

procedura che è possibile mettere in atto è la richiesta della pena alternativa, nel caso la pena da scontare sia<br />

inferiore ai 2 anni, che si concretizza nella presentazione dell’istanza al Giudice per ottenere di sostituire il<br />

carcere con il rientro nel paese d'origine. Nel caso il Giudice dia parere favorevole, la persona viene<br />

accompagnata nel suo paese d’origine e lì viene considerata una persona libera. Condizione necessaria per<br />

attivare tale procedura è che la persona detenuta sia in possesso del passaporto poiché la richiesta di pena<br />

alternativa può venire solo da chi ha un'identità certa o dai cittadini di quei paesi i cui Consolati sono disposti a<br />

riconoscerne l'identità. Perciò anche per poter impiegare questa procedura è indispensabile stabilire accordi di<br />

intesa con il Consolato del Perù.<br />

Legislazione in materia di lavoro<br />

Per quanto riguarda l’esistenza di una normativa che favorisca l’inserimento lavorativo di persone rimpatriate o<br />

ex detenuti le risposte ottenute sono contrastanti, in particolar modo il rappresentante del Consolato del Perù<br />

e persone appartenenti al gruppo di controllo sostengono l’esistenza di una legislazione in materia. Il punto di<br />

attenzione è relativo alla ricorrente affermazione che le leggi esistono sulla carta, ma difficilmente vengono<br />

applicate. Inoltre molte risposte fanno emergere un atteggiamento informale nella convivenza civile, tale per<br />

cui ciascuna comunità (barrio, quartiere) si dota di una propria auto – organizzazione, con regole proprie e<br />

condivise, che risulta essere più efficace, maggiormente conosciuta dagli abitanti del luogo e più rispettata<br />

delle leggi dello Stato. Questo aspetto indica la necessità ed il coinvolgimento delle realtà locali (barrio,<br />

quartieri, municipalità) negli accordi programmatici per i rientri onorevoli, poiché il livello locale pare essere<br />

essenziale per far conoscere e promuovere tra la popolazione i programmi e le iniziative, e quindi diventa<br />

indispensabile per favorire l’inserimento sociale.<br />

I certificati penali pare non costituiscano un problema, per quanto riguarda la possibilità di inserimento<br />

lavorativo, visto che i reati commessi fuori da Perù non vengono riportati sul casellario giudiziario peruviano,<br />

tranne quei reati a rilevanza internazionale (ossia il traffico di armi, il traffico di stupefacenti e il terrorismo). Il<br />

punto d’attenzione riguarda piuttosto l’organizzazione del lavoro peruviana, dove prevale il lavoro informale su<br />

quello formale e anche sulla condizione di disoccupato. E’ indispensabile tenere conto di questo aspetto per la<br />

creazione di qualsiasi inserimento lavorativo per le persone che usufruiscono del progetto di rientro onorevole,<br />

essendo fondamentale sia che la persona abbia un lavoro continuativo sia che non vengano messe in atto<br />

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