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Premessa<br />
E’ stato osservato che i rimpatri forzati di migranti, che risiedono illegalmente nei paesi dell’Unione Europea,<br />
hanno un impatto fortemente negativo sia su chi torna, sia sulla società del paese d’origine.<br />
Il rimpatrio, infatti, è un’esperienza traumatica di per sé, anche se era già stato messo in conto, rappresenta<br />
un’interruzione della propria esperienza migratoria, e spesso è visto come una incapacità a soddisfare<br />
un’ambizione personale e come la perdita di potere a prendere decisioni sulla propria vita.<br />
Il ritorno se percepito come un fallimento, come l’effetto di una diminuzione delle proprie prospettive e delle<br />
proprie risorse, espone a un immediato rischio di nuova migrazione spesso illegale o di reclutamento in<br />
piccole organizzazioni criminali.<br />
Il ritorno viceversa può essere pianificato come una fase del percorso migratorio e l’assistenza socioeconomica<br />
nel processo di reintegrazione dei migranti nei loro paesi di origine, assicura a tale processo una<br />
sostenibilità di maggiore durata e una maggiore sicurezza sociale.<br />
L’esigenza di una progettazione e di un supporto al ritorno in patria dei migranti, in relazione alla loro<br />
reintegrazione economica, e che tenga conto anche degli aspetti psicologici del rimpatrio, è emersa in maniera<br />
chiara dalla ricerca che è stata svolta nell’ambito del Progetto ODISSEO e di cui diamo ampia esposizione in<br />
seguito.<br />
Intenti del progetto e perché un progetto di rientro onorevole.<br />
Il progetto Odisseo ha realizzato in primis una ricerca/azione che preparasse delle basi di conoscenza<br />
concreta per realizzare quindi interventi di rientro onorevole ed assistito rivolti a detenuti stranieri con decreto<br />
di espulsione che accettano di rientrare in patria, in modo da invertire la tendenza attuale che vede nelle<br />
espulsioni forzate la prevalente modalità di azione.<br />
Il progetto si è articolato in due aree di intervento poiché si ritiene che i percorsi di rientro debbano essere ben<br />
preparati ed organizzati, vista la complessità e le molteplici variabili in gioco.<br />
Il con<strong>testo</strong> di riferimento<br />
L’inasprimento delle politiche migratorie s’inserisce in un con<strong>testo</strong> internazionale più ampio: attualmente in<br />
Europa il rimpatrio forzato 1 coinvolge un numero sempre più grande di persone, con effetti dimostrativi nei<br />
Paesi ad ampia pressione migratoria 2.<br />
Occorre ricordare un dato: la maggior parte degli stranieri detenuti in carcere ha un decreto d’espulsione alle<br />
spalle, non solo in virtù dei reati commessi (espulsione per motivi di sicurezza, la cui esecuzione è prevista<br />
subito dopo la cessazione del periodo di custodia cautelare o di detenzione, art. 15, comma 1 bis, D. Lgs.<br />
286/98, come modificato dalla L. 189/02), ma anche perché durante il periodo di detenzione spesso non è<br />
possibile presentare, per una serie di motivi, presso le Questure la documentazione per il rinnovo del<br />
permesso di soggiorno.<br />
Le espulsioni forzate presentano costi economici, sociali e psicologici molto alti. Dal punto di vista economico,<br />
secondo Morozzo della Rocca, il costo per la realizzazione di un rimpatrio forzato si aggira intorno ai 6000<br />
euro 3 , mentre fonti ministeriali lo stimano intorno ai 1500 euro 4 . Dal punto di vista sociale e psicologico le<br />
pratiche di rientro forzato messe in atto sono poco dignitose: il ritorno diventa un momento drammatico,<br />
improvviso e non programmato, senza alcuna cura rispetto alla possibilità di reintegrazione sociale. Queste<br />
caratteristiche comportano costi non indifferenti sulla gestione dei flussi migratori nel medio-lungo periodo: uno<br />
1 Per rimpatrio forzato s’intende: “ Il ritorno obbligato nel Paese di origine, transito o in un altro Paese terzo, in base<br />
ad un atto amministrativo o giuridico”, la definizione è quella utilizzata e proposta dalla Commissione Europea, COM<br />
(2002) 564 def.<br />
2 A questo proposito si segnala che risultano in calo i respingimenti alla frontiera: nel 2002 sono stati 9.091, nel 2003<br />
5.930 e nel corso del primo semestre 2004 si sono registrati 3.124 provvedimenti, dati reperibili sul sito<br />
www.giustizia.it<br />
3 Morozzo della Rocca, Diritto, immigrazione e Cittadinanza, 2002, n.4<br />
4 L. Coslavi e F.Piperno con il coordinamento di F.Pastore, Rimpatrio forzato e poi? Analisi dell’impatto delle<br />
espulsioni di differenti categorie di migranti: un confronto tra Albania, Marocco e Nigeria, Rapporto di ricerca curaro<br />
da Cespi, p. 5. I dati sono reperibili su: www.cespi.it<br />
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