You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
non teme niente e nulla, il macchinone con la musica a palla. Comunque in generale l’Italia viene sempre<br />
associata con la droga.<br />
C. Lo accoglie come uno che ha giocato una partita e ha perso. Comunque per loro non è una cosa vergognosa, e<br />
sanno che tenterà di nuovo.<br />
D. E’ molto dura. La società non perdona e anche i famigliari, vieni ritenuto un perdente, una persona che non è<br />
riuscita. Molte persone rischiano qualunque cosa pur di non tornare. Per quanto riguarda la famiglia dipende dalla<br />
sensibilità, il livello di istruzione, il livello culturale. La persona che rientra sente la cosa come se avesse fatto<br />
qualcosa di molto grave, come un grande complesso.<br />
E. Gli farebbe piacere rivederlo. Io parteciperei ad un programma di rientro onorevole a condizione che mi venga<br />
offerto un lavoro con cui posso vivere in Tunisia. Lo farei perché la mia famiglia è là e mi piacerebbe poter vivere<br />
con loro.<br />
F. Bene, infatti io scrivo sempre.<br />
I. Credo che venga occultato quello che hanno fatto in Italia, soprattutto se hanno fatto qualcosa di poco chiaro.<br />
Problemi di essere accolti male riguardano solo quelle persone che sanno di avere delle pendenze con la<br />
giustizia, ma ciò non riguarda né la famiglia né gli amici né la comunità di appartenenza. Non ho mai visto atti di<br />
autolesionismo per la paura di rientrare a casa, in famiglia; li ho visti per la paura di dover scontare pene nel<br />
proprio paese d’origine.<br />
J. Non ne ho idea. E secondo me l'accoglienza sarà molto diversa nei tre paesi che prendete in considerazione.<br />
M. In linea di massima il rientro è il segno di una sconfitta, in ogni caso. Secondo me loro tendono a nascondere il<br />
fatto che in Italia possano aver subito delle condanne. Tenderebbero a nasconderlo.<br />
Q. Male. Credo che tranne per il ragazzino che scappa, per gli altri senz'altro male. Perché in tutte le situazioni la<br />
famiglia investe, a livello economico, affettivo, emotivo. Pensando alle catene migratorie l'investimento significa<br />
che c'è una futuro per gli altri. Il rimpatrio forzato in cui uno torna con il vestito che ha indosso è sempre<br />
traumatico.<br />
DOMANDA 13 Di fronte ad un rientro forzato, ritiene che ci sia una qualche forma di accoglienza da parte della cerchia<br />
parentale o dai precedenti amici del rimpatriato?<br />
A. Tornare così è un fallimento colossale, è uno scandalo. Non penso tanto all'atteggiamento dei famigliari e amici,<br />
ma all'atteggiamento del rimpatriato stesso. Conoscevo due persone emigrate negli Stati Uniti che sono dovute<br />
tornare per vari motivi: l'uno è quasi impazzito, l'altro poco ci manca. Non so se questo sia dovuto al rifiuto della<br />
realtà di essere rimpatriato, del sentirsi comunque marchiato a vita da questa esperienza, o se anche<br />
l'atteggiamento della gente circostante abbia influito in qualche modo. Questo è difficile stabilirlo, bisogna vedere i<br />
casi concreti.<br />
B. Dipende, secondo me gli amici non glielo dicono in faccia che è un fallito, però magari parlano di questo alle sue<br />
spalle. Gli amici di solito sanno già come è andato e magari cosa faceva in Italia, quindi sono già preparati ad<br />
accoglierlo di nuovo.<br />
C. Lo accoglie come uno che ha giocato una partita e ha perso. Comunque per loro non è una cosa vergognosa, e<br />
sanno che tenterà di nuovo.<br />
D. E’ molto dura. La società non perdona. Molte persone rischiano qualunque cosa pur di non tornare. La persona<br />
che rientra sente la cosa come se avesse fatto qualcosa di molto grave, come un grande complesso.<br />
E. Qualcuno sarebbe contento e qualcun altro no, perché percepirebbe la persona rientrata come un nuovo<br />
concorrente.<br />
F. Se è da tanto che non ti vedono ti accolgono benissimo.<br />
M. Non ho conosciuto direttamente situazioni in cui sapessi di questa eventualità, però lo vedo nel fatto che sono<br />
molto restii a tornare indietro anche quando non hanno commesso un reato, proprio perché tornare indietro<br />
significa aver perso. Riguarda l'idea che si ha della migrazione, del fatto che partire significa fare fortuna. Loro<br />
partono con l'idea che comunque vada loro riusciranno a far fortuna, perché qualcuno prima di loro ce l'ha fatta.<br />
Se si porta l'esempio di chi non è riuscito non lo prendono neanche in considerazione. Se li si mette di fronte alle<br />
difficoltà, gli si chiede "ma quando sei là come fai, cosa fai", niente, non passa niente. Per questo dico che il<br />
tornare e creare delle condizioni perché possano inserirsi dovrebbe partire da molto prima, nel momento in cui<br />
uno si è messo nell'idea di partire è difficile. Anche se adesso è quello che si deve fare, tanti in un modo o<br />
nell'altro dovranno tornare.<br />
DOMANDA 14 La comunità di origine come accoglie un suo concittadino espulso da un’altra nazione?<br />
A. Il fatto di essere stato espulso è una macchia comunque, perché la gente sa che è stato espulso, ma non ne<br />
conosce il motivo. Magari lavorava e guadagnava soldi ma era senza documenti, la gente non va a guardare<br />
questo, ma guarda che è stato espulso. Siccome comunque non è una cosa positiva non penso che sarà<br />
guardato bene. Io credo che in Tunisia non si sa che dall’Europa si può essere espulsi anche senza aver<br />
commesso alcun reato, perciò se una persona viene espulsa gli altri si immaginano che abbia fatto qualcosa di<br />
male.<br />
B. L'emigrazione clandestina dalla Tunisia in Italia è diventata una cosa molto frequente e quindi tutti noi in Tunisia<br />
abbiamo presenti le conseguenze, nel senso che anche quando uno è rimpatriato non viene condannato dalla<br />
comunità, dagli amici, dai famigliari. Secondo me avrà una vita normale, non avrò problemi di esclusione dalla<br />
57