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testo pdf - Piccolo Principe

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DOMANDE AREA DELLE BUONE PRASSI<br />

DOMANDA 26 Le risulta che suoi connazionali rimpatriati abbiano trovato la solidarietà della loro comunità ed abbiano<br />

trovato un lavoro?<br />

A. I due ragazzi che erano emigrati in America hanno avuto la solidarietà delle famiglie perché li hanno riaccolti in<br />

casa, poi uno dei due è riuscito a trovare lavoro e comunque è stato aiutato a rientrare nel giro. C'è solidarietà<br />

perché dispiace veramente in questi casi. Il fatto di non avercela fatta e di avere sprecato una possibilità molto<br />

invidiata fa scattare da un lato una pietà e dall'altro il considerarlo come una persona che si è lasciata sfuggire<br />

un'occasione, che “se fosse capitata a me avrei sfruttato sicuramente meglio”. Quindi una solidarietà frammista ad<br />

un po' di cattiveria.<br />

K. Le persone che rimangono a lungo in Europa creano un po’ una frattura con il proprio paese e questo le porta a<br />

diventare straniere in Europa e straniere nel suo paese. In questi casi la solidarietà ce l’hanno più qua, perché<br />

organizzano il gruppo qua, non là: non penso che troverebbero nel loro paese una grande solidarietà. Per<br />

migrazioni più brevi penso che i legami rimangano abbastanza forti e se tornasse avrebbe il sostegno.<br />

DOMANDA 27 Esistono dei percorsi lavorativi costruiti ed offerti dalla sua comunità a suoi connazionali rimpatriati?<br />

C. No.<br />

DOMANDA 28 (Per i cooperanti o camere di commercio) Avete mai aiutato ex-detenuti o rimpatriati a reinserirsi nel<br />

mondo del lavoro del loro paese di origine?<br />

DOMANDA 29 (Per i cooperanti o camere di commercio) Avete incontrato tra i lavoratori o tra i funzionari, dello stato con<br />

cui operate, degli ex-detenuti o dei rimpatriati dopo il fallimento di un progetto migratorio?<br />

K. Noi abbiamo avuto alcuni incontri con extra comunitari che vivono qui e vogliono realizzare alcune iniziative nei<br />

loro paesi, perché attraverso i contatti con i famigliari pensano di poter realizzare qualcosa nel loro paese.<br />

Difficilmente loro dicono voglio realizzare un progetto per tornare là, in genere dicono voglio realizzare questo per<br />

dare lavoro ad amici, famigliari ect.<br />

Non abbiamo mai incontrato funzionari stranieri con un’esperienza migratoria, probabilmente queste persone<br />

appartengono ad un ceto sociale che non è attratto dalla migrazione.<br />

DOMANDA 30 (Per i cooperanti o camere di commercio) Siete a conoscenza di buone prassi o di normative che<br />

favoriscono il reinserimento di ex-detenuti o rimpatriati nel paese estero in cui operate? o nel vostro<br />

paese di origine?<br />

J. Rispetto al rientro assistito abbiamo partecipato ad alcuni tavoli di discussione sulla tematica per verificare la<br />

possibilità di trasferire l'esperienza dei servizi di assistenza italiani nei paesi terzi. Sappiamo che i problemi sono<br />

molti, che spesso i programmi non sono appropriati rispetto all'inserimento. Bisogna lavorare molto nei paesi terzi,<br />

perché senza una preparazione di rete forte questi rientri cadono, durano poco. Se il progetto di rientro fallisce la<br />

persona attiva un nuovo tentativo migratorio. Inoltre bisogna conoscere le realtà territoriali dove avverrà il rientro,<br />

in modo da poter valutare se esse sono adeguate al rientrante.<br />

I progetti che abbiamo sostenuto in Perù riguardavano: 1) il sostegno nel settore educativo della formazione<br />

professionale o nel settore dell'acqua per il miglioramento della distribuzione dell'acqua, per esempio a<br />

Villasalvador, che sono Pueblos Jovenes (che si trovano alla periferia di Lima). 2) lo sviluppo agricolo in zone<br />

rurali.<br />

Abbiamo avuto una unica esperienza di progetto di rientro di un gruppo di adulti con la comunità Eritrea. Questa<br />

esperienza è stata fatta con lo IOM. Era un esperimento nostro e anche loro, nel senso che era un progetto di<br />

rientro di gruppo, un gruppo di 12 persone. Né IOM né noi avevamo ancora fatto progetti di gruppo. E' stato fatto<br />

in collaborazione con la comunità eritrea in Italia. Rispetto a questa esperienza le buone pratiche individuate<br />

sono: che ci sia una chiarezza del percorso, condivisione e partecipazione nella costruzione del percorso da parte<br />

del gruppo o della persona obbiettivo. Che sia garantito un adeguato percorso formativo qui prima che la persona<br />

rientri. Che là ci sia una agenzia di appoggio, che abbia anche la capacità di dare accesso al credito alle persone<br />

o al gruppo che rientra. Un'altra cosa che ha garantito la riuscita del nostro progetto è stato mantenere il legame<br />

con noi (il progetto era l'inserimento lavorativo nel campo delle telecomunicazioni, cioè mettere in piedi un servizio<br />

di video e ripresa per la televisione eritrea e soggetti privati), quindi è stato fondamentale mantenere un legame<br />

tra la scuola di cinema e televisione del comune di Milano e loro. Tale legame era fatto di rapporti telefonici e<br />

scritti in modo che avessero garantito un supporto tecnico, se si spaccava una macchina o se era necessario un<br />

pezzo di ricambio. E’ indispensabile prevedere di mantenere un legame nel tempo allentandolo poco alla volta. La<br />

stessa IOM ha come regola di imporre un periodo di tempo fisso prima che i mezzi di produzione passino di<br />

proprietà, tutte le telecamere per un x numero di anni sono rimaste di proprietà dell'IOM, solo in seguito è<br />

avvenuto il passaggio di proprietà.<br />

K. Noi puntiamo molto sul discorso della sostenibilità dei progetti, ovverosia che il progetto una volta concluso possa<br />

continuare senza il nostro coinvolgimento. Per questo diamo molta importanza al coinvolgimento nel progetto di<br />

soggetti locali e al fatto che nel progetto venga utilizzato anche del personale locale, che possa essere formato e<br />

che poi a sua volta possa formare. E’ importante anche il trasferimento di know how e di competenze e<br />

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