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Così abbiamo realizzato dei progetti per i locali, per poi aiutare l'inserimento di chi rientrava, perché altrimenti chi<br />
era rimasto si sentiva discriminato nei confronti delle persone che rientravano. Abbiamo organizzato corsi di<br />
formazione di vario tipo, in agricoltura, per gli imprenditori, di microcredito, ai corsi partecipavano sia i residenti<br />
che quelli che rientravano. E durante la formazione si creava un rapporto che facilitava poi la reintegrazione e il<br />
reinserimento delle persone. Quelli che rientravano nei primi mesi del rientro erano aiutati grazie ad un piccolo<br />
aiuto economico previsto dal nostro programma (200 euro a persona). Inoltre gli forniamo un programma di<br />
reintegrazione, che ammonta a 1450 euro per nucleo famigliare, utilizzabili per cose ritenute necessarie, per<br />
esempio l'affitto di una casa, mettere a posto l'appartamento oppure per creare una piccola attività. Vengono<br />
anche aiutati nelle pratiche per l’ottenimento della pensione se sono anziani o dell'assistenza sociale in loco. Io<br />
sono bosniaca e conosco la realtà di quando si rientra per breve tempo: c'è molta aspettativa da parte di parenti e<br />
amici, perché pensano che chi vive all'estero ha soldi ed è benestante e torna con i soldi. Questa idea c'è.<br />
DOMANDA 14 La comunità di origine come accoglie un suo concittadino espulso da un’altra nazione?<br />
C. Di solito nessuno dice nulla.<br />
F. Si comportano male, parlano dicendo che non hai concluso niente<br />
J. Rispetto al rientro assistito abbiamo partecipato ad alcuni tavoli di discussione sulla tematica per trasferire<br />
l'esperienza dei servizi di assistenza italiani all’estero, in Romania per esempio. Lo scopo era di creare una rete<br />
che potesse garantire un effettivo rientro. E parliamo di minori. Sappiamo che i problemi sono molti, che spesso i<br />
programmi non sono appropriati rispetto all'inserimento. Bisogna lavorare molto nel paese, perché senza una<br />
preparazione di rete forte nel paese questi rientri cadono, durano poco. E se falliscono inevitabilmente ci sarà un<br />
nuovo tentativo migratorio. Non si può fare un programma di rientro assistito di un ragazzo albanese dandogli un<br />
tot numero di capre perché ritorni nello shatti a fare il pastore, da dove è scappato. Ma bisogna 1) che chi crea un<br />
progetto qui vada in uno shatti albanese in montagna e capisca che cos'è e se vale la pena di impostare un<br />
rientro così. Il punto debole è che difficilmente si riesce a creare un legame opportuno, cioè efficace nel paese in<br />
cui la persona deve tornare. Rispetto ai minori si stanno muovendo parecchie cose, certo dal punto di vista degli<br />
adulti è tutta un'altra visione.<br />
M. Non lo giudica male, giudicano male uno che ha fatto un reato, se lo compie in Romania o in Italia è la stessa<br />
cosa.<br />
DOMANDA 15 Le è capitato di leggere sui quotidiani o di vedere alla televisione, nella sua nazione, situazioni in cui<br />
venivano discriminati o, all’opposto, favorevolmente accettati degli ex-detenuti o dei rimpatriati per il<br />
fallimento di un progetto migratorio?<br />
A. Per gli ex detenuti le cose dipendono dai motivi delle condanne, nel senso che in Romania sono visti<br />
favorevolmente quelli che clonano le carte di credito, vengono considerati dei furbi, sfortunati ad aver preso una<br />
condanna, però accolti bene. Invece per traffico di droga, prostituzione, rapine a mano armata vengono trattati<br />
male.<br />
Le situazioni sono diverse, c'è da dire che la polizia è molto corrotta in Romania, di conseguenza la delinquenza<br />
diventa meno pesante, cioè è pesante dal punto di vista del cittadino che deve difendersi, ma c'è un numero molto<br />
alto di delinquenti. Durante il comunismo eravamo tutti delinquenti (cioè tutti rubavamo allo Stato, chi il pane<br />
perché lavorava al forno). Questa è la mentalità del popolo. A meno che non di tratta di qualcosa di molto grave,<br />
vengono trattati normalmente, non vengono né favoriti né discriminati.<br />
B. Non se ne parla.<br />
D. No.<br />
E. Non c'è discriminazione, ma neanche nessuno che ti aiuta.<br />
F. Se ne parla e si dice che sono stati costretti a delinquere perché non hanno trovato lavoro e avevano bisogno di<br />
soldi. Per loro non si fa niente. Le persone cercano di tornare in Italia perché in un giorno in Romania si guadagna<br />
1 e in Italia si guadagna 10.<br />
G. Sì, dicono che non vogliono i rumeni in Europa, mentre per la Romania è vantaggioso avere immigrati per le<br />
rimesse.<br />
J. Non credo che se ne parli. L'attenzione è sulla migrazione positiva, sui successi. Tutti i paesi hanno ministeri per i<br />
loro immigrati all'esterno, anche le associazioni migranti che sono qui si stanno sempre più muovendo su discorsi<br />
positivi, della possibilità di investire nel paese d’origine l'esperienza acquisita qui o le risorse economiche.<br />
Sarebbe interessante sondare all'interno delle comunità di emigrati, che si stanno sempre più raggruppando.<br />
Sarebbe interessante in queste sedi di incontro sottoporre a loro la questione di cosa ne pensano dei fratelli più<br />
sfortunati.<br />
M. I giornali ne parlano, per esempio c'è un quotidiano che pubblica una pagina settimanale con le lettere, i pensieri<br />
e fatti di vita di quelli che sono rimasti definitivamente all'estero (l'emigrazione rumena è forte non solo in Italia, ma<br />
anche in Spagna, in Canada, negli Stati Uniti), lo fanno per illustrare questo fenomeno e per far vedere sia i lati<br />
positivi sia i fenomeni negativi. Soprattutto da 2 o 3 anni c'è una preoccupazione sia a livello governativo che dei<br />
mass media, della società rumena. In Romania c'è già la carenza di mano d'opera in alcuni campi perché sono<br />
tutti all'estero, dunque c'è già una preoccupazione.<br />
R. Non lo so. I programmi che ho gestito io erano verso i Balcani e in questi casi ho notato che i mass media ne<br />
parlano perché il ritorno nei paesi dove c'è stata la guerra era importante. Inoltre tutti i nostri progetti di<br />
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