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uono per il comedor (la mensa popolare) o un buono per visite sanitarie. In questo modo le famiglie del quartiere<br />
si sentirebbero parte del progetto, le famiglie sarebbero responsabilizzate rispetto a questa attività e si creerebbe<br />
un tessuto sociale che invece in quei posti è difficile da creare.<br />
N. No<br />
P. Gli esperimenti che come Mani Tese sono stati fatti sono stati tentativi dall'interno, nel senso che Mani Tese ha<br />
una grossa base associativa, con un sacco di volontari sparsi per l'Italia e in molti dei gruppi di Mani Tese ci sono<br />
anche degli extracomunitari che partecipano alle attività di volontariato. In particolare in alcuni gruppi ci sono delle<br />
comunità straniere che partecipano molto, per esempio il gruppo di Firenze ha un certo numero di volontari<br />
stranieri.<br />
L'esperienza che abbiamo avuto riguarda attività generatrici di reddito, per esempio la creazione di una<br />
produzione avicola in Benin, che sarebbe stata gestita da un'associazione locale che avrebbe coinvolto la<br />
comunità di un villaggio. Il villaggio avrebbe gestito l'attività produttiva per svilupparla.<br />
Il progetto sarebbe stato attivato, seguito e promosso da alcune di queste persone che rientrano dall'Italia.<br />
Segnalo due grandi problemi. La cosa è stata fatta perché Mani Tese ha ritenuto che andasse sperimentata sia<br />
come tipologia di aiuto alla cooperazione sia come un'azione di cooperazione partecipata promossa dalla nostra<br />
esperienza qui e dai rapporti tra i nostri soci volontari. Le persone coinvolte nel progetto tornano in Benin, prima<br />
debolezza grossissima è che questa associazione locale esiste e non esiste, nel senso che poi alla fine si basa<br />
sulle persone che sono rientrate e sulla loro sfera famigliare. Il fatto che tutto si svolga a partire da rapporti<br />
parentali crea qualche problema, perché gestire e monitorare in loco un progetto che viene gestito da una famiglia<br />
è molto più difficile che gestire un progetto gestito da una comunità in cui la gente si protegge a vicenda, invece<br />
nel caso della famiglia essa fa l'interesse della famiglia. Secondo problema: le persone che sono rientrate, nel<br />
nostro caso, hanno assunto l’atteggiamento degli “americani”. Cioè camminano a due metri da terra, mostrano di<br />
aver svoltato e di aver risolto la vita a sé e a tutta la famiglia, mostrano di aver fatto un'esperienza assolutamente<br />
inimmaginabile e si tengono distaccati culturalmente, si sentono elevati culturalmente. Quindi assumono il ruolo di<br />
capi della faccenda. In più tornano con una valigetta, un tot di soldi per promuovere un’attività e far lavorare tutti<br />
quanti. Quindi dal punto di vista culturale la cosa non funziona, cioè toglie tutta quella neutralità che invece ha il<br />
sostegno ad una comunità con la quale non c'è nessuna relazione. Perché invece qui si va sulle conoscenze.<br />
Altri problemi: non è stabile il fatto che queste persone se ne stiano lì, perché c'è chi dopo sei mesi gli viene il<br />
prurito per cui lì non vuole più vivere e gli viene la nostalgia dell'Italia, e così o tornano in Italia oppure vanno e<br />
vengono, perché magari si inventano un import - export, oppure prendono e vanno da un'altra parte perché lo<br />
hanno fatto una volta, è andata bene e lo possono rifare. Si questa modalità ha incidenza il fatto che quelle sono<br />
persone che hanno già fatto una scelta, il fatto di essere andati via da un villaggio rurale non è una scelta da<br />
niente, è una cosa che comporta pensiero, organizzazione, capacità comunicativa, è una cosa abbastanza<br />
importante. Quindi in qualche maniera è gente che non è detto che sia stabile lì, una volta tornata non è detto che<br />
ci stia, soprattutto se hanno fatto esperienze forti, importanti. Si tratta di persone che hanno fatto un passo avanti<br />
culturale perciò tornando indietro si rendono conto dei limiti della cultura e della famiglia, per esempio rispetto a<br />
come si organizzano i matrimoni, rispetto a come è strutturata la società in una zona rurale, e quindi culturalmente<br />
c'è un distacco. In base a ciò o la cosa va estremamente bene da un punto di vista economico oppure vanno,<br />
mettono su questa produzione, ci mettono tre o quattro persone che ci lavorano dentro, cioè fanno i responsabili<br />
di questa cosa, però senza in realtà arrivare a grandi risultati.<br />
Nel nostro caso i due progetti dal punto di vista della riuscita sono tutti e due andati male, nel senso non hanno<br />
ottenuto il risultato atteso né economicamente né culturalmente. Perché queste persone se ne sono tornate<br />
indietro, quello che è rimasto sul terreno è poco o niente, dove c'è qualcosa non ha niente di comunitario ma è<br />
assolutamente un'attività della famiglia. I nostri obiettivi non sono di far crescere piccoli imprenditori locali,<br />
abbiamo come obiettivo quello di sviluppare comunità, quindi per noi i due progetti realizzati non rappresentano<br />
un successo. Magari chi ha un obbiettivo sull'individuo, può considerare un successo il fatto che quell'individuo si<br />
sistemi.<br />
Inoltre nelle nostre esperienze le associazione locali esistono solo a condizione che ci sia la presenza di chi<br />
rientra, senza di loro non esistono. Quando sono stati giù a lavorare su questi progetti in realtà erano i padroni<br />
assoluti, nel senso che se io torno in Benin con una valigetta per fare un pollaio tu mai mi potrai dire "secondo me<br />
è meglio che lo facciamo così", i soldi li ho portati io perché sono andato in Italia, perché ho conosciuto certa<br />
gente, perché questa gente ha avuto fiducia di me e mi ha dato i soldi, quindi taci e il pollaio si fa come dico io.<br />
Mentre in una situazione normale di un nostro progetto ci sarebbe stato un comitato locale di gestione di questo<br />
pollaio e tutti avrebbero avuto la stessa possibilità di dire la loro opinione, con un equilibrio di posizioni. In questo<br />
caso c'è questa figura nuova che vale anche di più del capo villaggio perché alla fine è quello che sbaraglia tutto.<br />
DOMANDA 31 (Per i cooperanti o camere di commercio) Avete subito reati nel paese in cui avete operato? Quali reati? Li<br />
avete denunciati? Vedevate compiere reati e di che tipo?<br />
N. No<br />
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