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COMMENTI ALLE DOMANDE DELL’AREA ANTROPOLOGICO – CULTURALE<br />
ROMANIA<br />
Le ragioni della migrazione e i processi migratori<br />
Dal 2000 ad oggi le spinte alla migrazione sono date dall’esigenza di migliorare la propria condizione di vita<br />
dal punto di vista economico, perché in Romania c’è lavoro ma i salari sono bassi; i giovani sono mossi anche<br />
dal desiderio di conoscere paesi diversi e di verificare la propria capacità di integrazione; i rom hanno<br />
motivazioni di tipo sociale, collegate ad una situazione di pregiudizio negativo nei loro confronti e di<br />
emarginazione, malgrado negli ultimi anni abbiano acquisito molti diritti civili.<br />
I processi migratori sono caratterizzati da due fenomeni distinti: c’è chi parte per accumulare risorse<br />
economiche da investire in Romania, con la speranza di riuscire a tornare nel giro di pochi anni, e c’è chi parte<br />
pensando di stabilizzarsi all’estero. Durante la migrazione questa idea originaria muta, tanto che c’è chi stima<br />
che solo il 20 % degli emigrati decidono di rientrare in Romania, ma c’è anche chi aumenta la stima ad oltre il<br />
50%. Alcune testimonianze evidenziano che sono le donne quelle più propense a rientrare in patria, mentre gli<br />
uomini preferirebbero cercare di mettere radici in Europa. Condizione sine qua non per rientrare in patria è<br />
quella di avere accumulato risorse economiche durante l’esperienza migratoria.<br />
Viene evidenziata anche per la Romania la presenza di “catene migratorie”, con una caratteristica specifica: si<br />
raggiungono amici più che parenti. Tale fenomeno ha prodotto delle migrazioni selettive per regione, cioè in<br />
una certa provincia italiana la maggior parte della popolazione rumena immigrata proviene dallo stesso<br />
distretto rumeno.<br />
In questa fase storica sembra che la migrazione parta da tutto il territorio rumeno. Essendo la Moldavia una<br />
delle regioni più povere della Romania, molti degli emigrati provengono da lì. L’unico territorio non colpito dal<br />
fenomeno migratorio pare essere quello di Timisoara, a causa del grande investimento di risorse economiche<br />
straniere avvenuto negli ultimi anni (in questa area sono state impiantate 20.000 piccole e medie imprese<br />
italiane). La popolazione rom proviene prevalentemente da Craiova, il loro progetto migratorio prevede però<br />
costanti spostamenti da e per la Romania.<br />
Modalità di accoglienza per un rientro forzato - La famiglia<br />
L’espulsione pare non costituire un problema, né per chi viene espulso perché trovato senza permesso di<br />
soggiorno né per le persone che vengono rimpatriate dopo un periodo di detenzione. Nel primo caso la<br />
percezione riportata relativamente alle famiglie è la contentezza di rivedere il parente, la sottolineatura che<br />
l’emigrazione irregolare non è considerata moralmente riprovevole, il fatto che le persone rimpatriate in questo<br />
modo sono considerate vittime e sfortunate (perché durante il rimpatrio hanno perso tutti i loro averi), la<br />
preoccupazione del loro destino occupazionale in Romania, e la possibilità che si affronti di nuovo un percorso<br />
migratorio irregolare.<br />
Se l’avvio del percorso migratorio è avvenuto attraverso un prestito di denaro, il rimpatrio è vissuto in maniera<br />
molto pesante e negativa sia da parte della famiglia che da parte del rimpatriato spesso, perché si apre il<br />
problema di come pagare il debito contratto.<br />
Invece sono le stesse persone espulse che potrebbero soffrire soggettivamente di questa situazione, perché<br />
tornano a mani vuote e si sentono falliti.<br />
I rom vengono accettati dalle loro famiglie e dalla comunità, di solito provano a tornare in Europa.<br />
Modalità di accoglienza per un rientro forzato - La cerchia parentale, gli amici e la comunità di origine<br />
Di solito chi rientra lo fa portando la croce di quello che non è riuscito, ma non è una croce molto pesante<br />
perché è almeno uno che ci ha provato e perché l’investimento per il tentativo migratorio non è molto alto,<br />
essendo la Romania molto vicina all’Italia. Perciò la percezione è che dal punto di vista sociologico il rimpatrio<br />
non sia un problema, lo può essere a livello soggettivo per la singola persona che lo ha subito.<br />
Le testimonianze dirette di persona rimpatriate evidenziano che non hanno avuto grossi problemi nell’ambito<br />
famigliare e della comunità, bensì rispetto al lavoro, non solo perché hanno avuto difficoltà a trovare impiego<br />
ma anche perché viene evidenziato il fatto che in Romania c’è un evidente sfruttamento della forza lavoro,<br />
caratterizzato dal lavoro in nero e sottopagato (questo anche da parte degli imprenditori stranieri che hanno<br />
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