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eintegrazione sono stati portati sui media. I mass media hanno parlato bene dei nostri progetti apprezzando la<br />
formazione e la reintegrazione.<br />
DOMANDA 16 Le è mai capitato di conoscere tra i suoi vicini di casa, nella sua nazione di origine, degli ex-detenuti o dei<br />
rimpatriati? Come vivevano?<br />
A. No.<br />
B. Non ho mai avuto conoscenze dirette.<br />
D. Dei due casi che conosco, appartengono a famiglie normali, ma fanno fatica a trovare lavoro. In casa non hanno<br />
problemi, ma hanno problemi col lavoro. E poi c’è molto sfruttamento, perché sono giovani e vengono sfruttati,<br />
non gli fanno un contratto di lavoro, prima di essere assunti devono lavorare in nero con un salario basso. Nella<br />
mia regione ci sono molti imprenditori italiani e anche loro si sono comportati molto male con i lavoratori. Hanno<br />
fabbriche di scarpe e confezioni e sfruttano i lavoratori. Adesso la gente si è un po’ resa conto e comincia a non<br />
andare più a lavorare lì e a non vedere più bene questi imprenditori. Vengono a fare i padroni, mentre la gente ha<br />
bisogno di essere trattata con dignità e di venire trattata come gente normale, in maniera umana.<br />
E. No.<br />
F. No.<br />
G. Era dispiaciuto perché non aveva soldi né lavoro e non poteva mantenere la famiglia.<br />
I. Secondo me bisogna scindere in due l’ambito, quelli che sono riusciti in Italia a fare le formiche (che hanno<br />
racimolato del denaro) e quindi nel loro paese hanno una prospettiva di vita dignitosa; e quelli che hanno fatto le<br />
cicale e che si trovano ad avere lo stesso identico problema di quando sono venuti in Italia. Molti, moltissimi, di<br />
quelli che sono venuti a vivere in Europa, una volta che tornano, rimpiangono il modo di vivere europeo, anche gli<br />
stessi mussulmani.<br />
M. Molti li ho conosciuti qui in Italia per il mio lavoro. In Romania personalmente non ne ho conosciuti, però ho avuto<br />
alcuni riferimenti da parte di altre persone: qualcuno ha riconsiderato l'esperienza migratoria, perché tanti hanno<br />
fatto reati senza sapere e senza volere, spesso hanno avuto condanne che non hanno capito bene, spesso hanno<br />
avuto avvocati d'ufficio che non gli hanno accordato una buona assistenza. Quando rientrano hanno intenzione di<br />
far qualcosa in Romania perché dicono "ho fatto questa esperienza che non è per me, voglio mettere sull'avviso<br />
gli altri". Ci sono altri che aspettano che trascorra il tempo del divieto di entrare nello spazio Schengen per<br />
tornare. Dipende, anche i rumeni sono come tutti gli altri: c'è di tutto.<br />
DOMANDA 17 Se il soggetto rimpatriato ha commesso all’estero un reato contro la persona o contro il patrimonio ed ha<br />
subito una pena, come lo accoglie la sua comunità?<br />
C. Per questo è uguale in tutto il mondo. Comunque la famiglia lo capisce che è successo qualcosa, perché la<br />
persona detenuta improvvisamente sparisce, non si fa sentire, non manda i soldi ect.<br />
D. Dipende da quello che ha fatto, se ha rubato non è una cosa grossa, se ha fatto un crimine (omicidio) allora la<br />
famiglia non lo accoglierà facilmente.<br />
F. Pensano che è meglio che sia tornato a casa, piuttosto che rimanere fuori da solo. Un conto è se all'estero hai un<br />
lavoro e una casa, se non hai niente i genitori preferiscono che rientri.<br />
G. Non ne ho mai incontrati, in Romania non ci si interessa di quello che fanno le persone.<br />
I. Non è detto che la famiglia e la comunità siano a conoscenza di quello che ha fatto in Italia. Quindi è una<br />
questione di relazioni interpersonali. Comunque non è vanto per nessuno aver compromesso la propria e l'altrui<br />
onestà, quindi sicuramente lo nascondono e la cosa passa in sordina.<br />
J. Dipende dal crimine, una cosa è un omicidio, una cosa è una rapina, una cosa è una truffa.<br />
Q. Delle persone che abbiamo conosciuto sappiano che non dicono alla famiglia che hanno subito delle condanne.<br />
Lo tengono nascosto tranne che per le lunghe detenzioni, soprattutto chi doveva provvedere alla famiglia.<br />
DOMANDA 18 A quali condizioni di comportamento si attiva la possibilità di ricevere un aiuto dalla propria comunità e di<br />
essere valutati positivamente?<br />
A. Come popolo è abbastanza accogliente e si aiutano reciprocamente, se in un paesino c'è una famiglia povera tutti<br />
gli altri la sostengono.<br />
B. Il fatto di aver scontato una pena all'estero, perché quando fai due anni di carcere in Romania non è uguale come<br />
fare due anni di carcere in Italia, ha un valore in più, e quindi diventa una cosa importante. Per il resto dipende<br />
dalla famiglia e dalla comunità dove rientra questa persona, se è una famiglia normale è visto come uno che è<br />
tornato a casa. E' importante che ci sia un riferimento famigliare.<br />
C. In Romania c’è una corsa bestiale a guadagnare in qualsiasi modo. Il carattere comune dei rumeni era l’unione,<br />
l’accoglienza e la laboriosità. Ora un po’ si è perso il carattere dell’unione, dell’aiuto reciproco, perché il sistema<br />
dittatoriale ha provocato una grande paura generalizzata, si aveva paura anche del proprio vicino. Adesso è<br />
iniziata la corsa al guadagno perché la sensazione è di aver perso 45 anni della propria vita nella povertà.<br />
D. Apprezziamo l’onesta e la capacità di dice le cose come stanno e di dimostrare quello che si è, apprezziamo le<br />
persone limpide e che non nascondono. Dire la verità è sempre vincente. Essere una persona credibile grazie al<br />
proprio modo di lavorare, al proprio modo di essere, per come si comporta a casa nella sua famiglia.<br />
E. Nel mio paese non c'è nessuno che ti aiuti perché sono tutti nella stessa condizione. Il lavoro è irregolare per tutti.<br />
F. Stare in famiglia, avere un lavoro, non fare casino (cioè non rubare).<br />
G. Essere disponibili e gentili, dare confidenza agli altri.<br />
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