Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

Era, inoltre, cominciato per Cicerone il periodo
degli amori con Cesare, cui il fratello Quinto avvivava.
Nel maggio del 699, già si pentiva, infatti, di
aver tardi coltivata l’amicizia di un tanto uomo; ma
prom etteva di guadagnar presto il tempo perduto,
con la corsa, come i viandanti che si m etton tardi
in viaggio; e, poiché, anzi, il suo poema de temporibus
era piaciuto a Cesare , egli avrebbe riparato
alla lentezza, che deplorava, tum equis, tum vero
quadrigis poeticis. Il fratello avrebbe fornito i colori
e lui il pennello; e, se fosse mancato il tempo,
massime restando in R om a, 1’ amore di Quinto a-
vrebbe vinto ogni ostacolo *).
Dunque, mise mano al poema ad Caesarem. Lo
interruppe 2) nel settembre del 699, proprio quando
scriveva ad A ttico che 1’ amore di Cesare per lui
era cosa da non potersi credere, come le lettere del
fratello e di Cesare stesso gli assicuravano, e quando
si attendevan notizie circa l’esito della guerra b r i ­
tannica , assai dubbiosa, sapendosi il passo dell’ i-
sola guardato da maravigliose fortificazioni 3).
Nell’ottobre, il suo animo non è scevro di sollecitudini
: non ha estro, ma angustie e tim ori : e
dice al fratello di non poterlo contentare pei versi,
di cui gli ha fatta richiesta 4). Nel novembre, prom
ette di tornare all’argomento abbandonato, tanto
‘) Ad Q. fr. II, 15.
2) Ad Q. fr. I li, 1, 4.
3) Ad A tt. IV, 16, 7.
4) Ad Q. fr. I l i , 4, 14.