Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA
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e ispirato da certo estro *). Quella eh’ egli chiama<br />
concitatio, gli par che sia negli animi una forza<br />
<strong>di</strong>vina. Democrito aveva detto, prima <strong>di</strong> lui, che<br />
non si può esser poeta sine furore, e la sua opinione<br />
coincideva con quella del <strong>di</strong>vino Platone. I giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong><br />
questi pensatori pare abbia accettati il nostro grande<br />
rom ano2), avvalorandoli con la citazione <strong>di</strong> un poeta<br />
latino, che gli era assai caro, vogliam <strong>di</strong>re Ennio, dal<br />
quale sono chiamati veneran<strong>di</strong> i poeti, « quasi gli Dei<br />
li abbiano raccomandati a noi come loro creature pre<strong>di</strong>lette<br />
e dono grazioso ai mortali » 3). Il che era conforme<br />
a quanto Ennio stesso, Valter Homerus de’ critici,<br />
aveva scritto nel proemio degli Annales, dove,<br />
seguendo la dottrina pitagorica della metempsicosi,<br />
si faceva raccontare, in sogno, da Omero, esser<br />
l’anima sua quella <strong>di</strong> Omero stesso, passata prima<br />
in un pavone 4).<br />
Veramente non oseremmo affermare che <strong>Cicerone</strong><br />
J) Pro Archici V ili, 18. — Or. 109: « Sed quid poètas <strong>di</strong>vino ingenio<br />
profero ?» de Or. II, 46, 194: « Saepe enim au<strong>di</strong>vi poetam<br />
bonum neminem... sine inflammatione animorum existere posse et sine<br />
quodam adflatu quasi furoris » ; ad Q. fr. Ili, 4, 4.<br />
2) De <strong>di</strong>vinit. 1, 37, 80.<br />
*) Pro Archia V ili, 18.<br />
*) Aennii Annales — Hor. Ep. ad Aug. 50-53 — Cfr., Persio.<br />
Satire, VI:<br />
« Cor iubet hoc Ennì, postquam destertuit esse<br />
Maeonides Quintus pavone ex Pythagoreo » ;<br />
cfr. Hor. Od. I, 23, ove il poeta punge amaramente la credenza<br />
pitagorica della metempsicosi.