Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

il Superbo *); e cita ancora altri versi, coi quali il
« disertissimus poèta » strappava applausi e gem iti
al popolo rom ano2).
E « aliquando sapiens Achilles » 3) a preferenza
dell’Enniano, « Philocteta » ; ma ammorbidisce, e
fiacca il carattere degli spettatori piuttosto che
fortificarlo 4).
In Accio, dunque, am m ira l’arte del dare rilievo
a’ personaggi, sempre uguali a sè stessi, e l’efficacia
di certe sentenze; ma biasima i caratteri troppo crudeli
o troppo miti. Quanto all’elocuzione, Accio è un
altro Terenzio 5), e il suo eloquio è terso e castigato.
Cicerone, parlando della frase invid.it florem
per invidit fiori la riprova secondo l’uso; m a la concede
al poeta conservatore del diritto e più ardito
nel p arlare6). Nè trova a ridire su duum contratto
da duorum 7).
Quanto agli altri poeti tra g ic i, chiama A ttilio
«ferreum scriptorem »8) e anche « durissimum »9); a
Giulio Cesare attribuisce lentezza senza robustezza10);
e crede che gli argom enti di C. Tizio sian tra tta ti
« satis acute, sed parum tragice » ” ).
•) De div. I, 22, 44.
3) Pro Sest. 56, 120-122.
3) Tusc. I, 44, 105.
4) Tusc. II, 7, 19; 10, 23; De fin. II, 29, 94.
5) De opt. gen. or. I, 3.
6) Tusc. I li, 9, 10-20-21.
7) Or. 46, 156.
8) De fin. I, 2, 5.
9) Ad Att. XIV, 20, 3.
10) Brutus, 48, 117.
“ ) Brutus 45, 167.