Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

Ha, poi, in gran pregio l’ingegno poetico e l’a ttitudine
del fratello Quinto a far versi *).
C ita , in tu tto , ottanta brani delle tragedie
di Ennio, una trentina di quelle di Pacuvio, quaran
ta circa di quelle d’Accio; e ci conserva, secondo
le ricerche del Ribbeck, ventun titolo di
quelle di Ennio, dodici di Pacuvio, quaranta di
Accio. Questi tre sono i più grandi tragici romani;
m a son tra loro dissimili, come in Grecia eran dissimili
Eschilo, Sofocle ed Euripide, benché siano
tu tti e tre lodati, ciascuno per la special m aniera
di poetare 2).
Ennio ha abbondante ricchezza di parole e di
pensieri; vien dopo Accio; ultimo Pacuvio, che
scrisse male il latino. Quanto alla convenienza dei
caratteri dei personaggi, Accio è preferibile a Ennio
e Pacuvio; questi, però, possiede più di tu tti, la
forza tragica, è « summus tragicus poèta ».
P are abbia ammirato, in tutti, più 1’ elocuzione
che la sostanza, avendo spesso a lam entare 3), qua e
là, nelle tragedie di ciascuno, de’ versi osceni o
scurrili, che non rispondono, ta lv o lta, al concetto
ch ’egli aveva della poetica, che voleva « praeclaram
emendatricem vitae »4).
*) Ad. Quint. fr. I li, 5, 67; II, 15, 3.
2) De or. I li, 7, 27.
3) Ad famil. IX, 22, 1.
4) Tusc. Disp. IV, 32, 6‘J.