Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

ici *), a dimostrare che « chi si ostina a battere una
strada non sua, deve per forza o ricalcare le orme
degli altri o sm arrirsi del tu tto ».
I Francesi, che se ne sono occupati, trovano,
invece, nei versi di Cicerone, bellezze addirittura
maravigliose.
L ’Ab. Regnier des Marais, per esempio, nella
traduzione francese che scrisse dei libri de Divina-
tione, non dubitò di affermare che, tolti quelli di
Vergilio, la poesia di Roma pochi versi vanta paragonabili
a quelli di Cicerone.
E qnel benedetto uomo del signor di Voltaire,
che non si sa mai bene se parli per ischerzo o da
senno, nella prefazione alla Rome sauvée 2) scrive:
« Cicéron était un des premiers poétes d’un siécle,
où la belle póesie commencait à naìtre etc. » e, a
conferma, riporta il frammento del poema sulle
imprese di Mario, del quale, a suo tempo, modestamente
dicemmo che, se i versi sono, dal più al
meno, ben costrutti, il passo omerico che li ispira
non è, certo, con originalità, felicemente, imitato.
T ra i recenti lodatori è il P atin , del quale abbiamo
spesso citato, nel corso del lavoro, il saggio
critico su Cicerone poeta che è l’ultimo del secondo
volume dei suoi Études sur la poesie latine 3). Ma,
') U. Foscolo su’ Versi di Cesare Arici: « In morte di Giuseppe
Trenti Mantovano ».
2) Voltaire — « Rome Sauvée ».
:i) V. Patin — Études sur la poesie latine. Paris. H achette,
1869 — Tom. II.