Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

di Apollo e di tu tte e nove le Muse, perchè ciò, in
fin dei conti, ha un esempio in Cicerone ! ')
Giovenale, nella decima delle sue satire, ricordando
il sempre citato :
« 0 fortunatam natam me consule Romani, »
osserva, celiando, che, se Cicerone avesse avuto facoltà
oratorie pari alle poetiche, non si sarebbe a ttirati
1’ odio e le persecuzioni di Antonio e il suo
capo non avrebbe insanguinati i rostri ! *)
E Tacito, parlando nel De oratoribus, di Bruto
e Cesare, avverte con una punta d ’ironia, che poetarono
« non melius quam Cicero, sed felicius », perchè
minor numero di persone, se non altro, li sapevan
poeti s).
Il nostro Foscolo, poi, il quale della poesia ebbe
alto e magnifico concetto, riconoscendo con tu tti
che « Cicerone scriveva orazioni, che sopravvivono
ancora alla romana grandezza », asserisce che i
poemi, ai quali affidava la vita di Mario e i fasti
del proprio consolato, perirono al primo comparir di
Lucrezio ». E si noti: l’esempio di Cicerone e quello
di Vittorio Alfieri, che « non tem eva di sudare invita
Minerva in certe comedie, atte soltanto ad alleviare
ai letterati mediocri il grave peso della superiorità
di lui, » servono, pel critico dei versi di Cesare A-
’) Mart. I I XXXIX, 2.
2) Iuvenal. Sat. X, V, 122 e segg.
3) Tac. De Oratoribus X X I.