Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

III. — De suo consulatu.
I tre libri de suo consulatu *) furono scritti, nella
primavera o nell’ estate del 694 ( 60 a. C. ), quando
era ancor vivo nella memoria di Cicerone il ricordo
del pericolo corso tre anni prim a dalla repubblica
per effetto della famosa congiura, che egli ebbe
. il merito di svelare. Essi furono preceduti da continue
e insistenti richieste agli am ici, perchè celebrassero
i fasti del suo consolato, di cui egli stesso
aveva cercato di tram andare a ’ posteri la memoria
con un commentario greco 2) e con una lettera a
Pompeo, che un antico scoliaste ci assicura essere
stata voluminis instar. Del commentario nulla è pervenuto
sino a noi; si crede, però, che Plutarco abbia
ciecamente attinto ad esso la m ateria della sua biografia
ciceroniana, trascurando quasi del tutto Sallustio.
Degli amici, Pomponio A ttico non ebbe la
forza di resistere alle premure e scrisse una monografia
in greco per contentarlo; invece, Posidonio,
il celebre filosofo stoico, tanto lodato nelle Tuscu-
lane, non si lasciò vincere da moine e carezze 3).
Ciò posto, quale giudizio bisogna dare sull’ opera
ciceroniana e sugl’ intendim enti che la ispirarono?
I giudizi de’ critici si possono riassumere in quelli
opposti del Ribbeck 4) e del P atin 5), entram bi esa-
') A< Att. II, 3, 3; I, 19, 10; de div. I, 11, 17.
2) Ai A tt. I, 19, 18.
3) A) Att. 1, II, 1.
4) O. Ribbeck. Op. cit.
5) M Patin. Op. cit.