Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

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Parte Seconda. I. — Poesie giovanili e v a r i e ............................. .......» 71 II. — « Marius » ..................................................... .......» 76 III. — « De suo consulatu » ................................. .......» 81 IV. — « De temporibns meis » ....................................» 99 V. — « Epos ad Caesarem » .................................. » 101 VI. — Cicerone traduttore...................................... .......» 103 VII. — Giudizi sulla poesia di Cicerone . . . . » 108 VIII. — Conchiusione................................................ * 113 »
PREFAZIONE Non solo quanti attendono di proposito alle lettere lattine, ma anche i profani a questo genere di studi (conoscono Cicerone come oratore, filosofo, uomo ] politico; mentre non tutti i cultori della filologia classica hanno perfetta conoscenza di lui come poeta. E peerò non sarà inopportuna, sull’ingegno poetico di Ciceerone, la presente monografia che stimiamo convemiente dividere in due parti. Nella prima, dopo brevi cconsiderazioni preliminari, cercheremo di stabilire, con elementi raccolti dalle stesse opere cice- ronianie, che cosa il grande oratore pensasse intorno ai poe^ti greci e romani; nella seconda, dopo l’esame < dei principali frammenti poetici che di lui ci restando, esporremo il nostro giudizio in mezzo a quelli, , autorevoli sì, ma discordi, dei critici che hanno) trattato delle facoltà poetiche di Cicerone. G \ C u< uom o: D ell’ ingegno poetico d i Cicerone. -
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Cicerone, pertanto, am m ira in Pac
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il Superbo *); e cita ancora altri
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Plauto — Cecilio — Sesto — Tu
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tinitatis »*). Cicerone, poi, si s
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plesso, appar sempre che li abbia l
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dolce. Egli non nega all’autore d
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nalità estetica in modo assoluto.
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, nuove, tra tte o im itate dal gre
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Tempestas, e questa lezione pare ac
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II. — Marius. Si andavano, ai tem
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Isidoro '). In questi è descritto
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In tu tti i casi, però, il serpent
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gerati, rispettivam ente nel rigore
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Avrei potuto, soggiunge, opprimere
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non sappiamo, in alcun modo, conten
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almente, non poteva essere più arb
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del Nostro, doveva essere divulgati
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a giudici colti come quelli d ’A
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dir così, l’am biente poetico de
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no *), dove è asceso per sacrifica
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tanto, un po’ d ’erudizione fuo
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nei tristi giorni dell’esilio e s
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Era, inoltre, cominciato per Cicero
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P atin, che egli accorciava, allung
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I versi di cui parliamo furono da l
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delle parole, eh’ è uno dei preg
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di Apollo e di tu tte e nove le Mus
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pur entusiasta com’ è, il P atin
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acuti giudizi sui poeti greci e lat
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Nota. — Il lettore correggerà da
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