Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

P er Cicerone, finalmente, la poesia non è che
parte dell’humanitos *) e, solo sotto questo aspetto,
può aver diritto a una certa considerazione. Tuttavia
questo umanismo non è la negazione del particolarismo
delle generazioni precedenti. Lo stadio de’
Greci ci ha parte, non tanto perchè la letteratura
greca sia l’espressione di qualche cosa di universale,
che si elevi dal fondo dell’umana natura, quanto perchè
la lingua greca è più diffusa, incomparabilmente
più universale della latina « propterea quod graeca
leguntur in omnibus fere gentibus, latina his finibus,
exiguis sane, continentur » !). E il particolarismo
appunto impedì a Cicerone di assorgere a un concetto
della poesia, che fosse sostanzialmente diverso
dal tradizionale. Come l’ellenismo alessandrino a-
veva teintato di generalizzare le forme della letteratura
e la lingua del popolo ellenico, così l’umanismo
muovo, che Cicerone forse preconizza,, doveva
naascere dalla completa romanizzazione dei
popoli s soggiogati, dall’onestà degli amministratori,
dall’ eqquità, dalla saggezza delle leggi. Gli studi
letterariri, la poesia, certo, ci entrano anch’essi; ma.
ripetianmo, come puro mezzo, come accessorio. L 'hu-
manitasis di Cicerone è pur sempre quella degli
Scipionni e degli Ortensi; è come un composto, ris
u lta n te dalle virtù latine e dagli studia majora
(giurispsprudenza, politica, eloquenza), con poche in-
') Pel el senso della parola humanitas in Cicerone è notevole un
succoso s* scritto del De Marchi, edito dal Briola di Milano.
*) Pro’ro Archia, X, 23.