Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA

epigramma contro Cleombroto di A m bracia1) nelle
Tusculane, e quasi s’accorda col poeta di Cirene, nel
dir che sia giusto di piangere meno la morte di un
fanciullo, ritenendo che una vita lunga non è
sempre felice *).
Di Nicandro di Colofone fa dire a Crasso nel
de oratore,-. « de rebus rusticis homo ab agro remo-
tissim us Nicander Coloplionius poetica quadam fa-
cultate non rustica praeclare scripsit 3).
H a in poco o nessun conto Alessandro Efesio,
che chiama « poètam ineptum » ; « nec tam en — aggiunge
— ille scit nihil et est non inutilis » 4). E
ad Attico scrive : « libros Alexandri, neglegentis
hominis et non boni poètae, sed tam en non inutilis,
tibi remisi » 5).
I passi che si riferiscono a Euforione sono così
eloquenti da non lasciar dubbio su quello che Cicerone
potè pensare dei carmi di questo poeta 6),
del quale, come vedremo, disprezzava i seguaci,
che paragonava, per deriderli, co’ poeti antichi. Ma
*) Tusc, Disp. I, 34, 84. L ’epigramma cui allude il Nostro è:
E ì-ra ;, “H X ie X a ip e , RXeofJippoTO? (S>n.BaxiwT7];
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2) Tusc. Disp. I, 39, 93. Nel de orat. I li, 33, 132, nomina
anche Callimaco, senza profferir giudizio.
8) De orat. I, 16, 69.
4) Ad Att. II, 20, 6.
6) Ad Att. II, 22, 7.
6) De div. II, 64, 132, 133; Tusc. I li, 45; ad Att. VII, 2, 1.