Dell'ingegno poetico di Cicerone.pdf - EleA@UniSA
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PA R T E SECONDA<br />
I. — Poesie giovanili e varie.<br />
<strong>Cicerone</strong> ebbe quella naturale <strong>di</strong>sposizione dello<br />
spirito che Platone attribuiva a chi è desideroso<br />
<strong>di</strong> sapere e inclinato alla filosofia: fu, cioè, ben <strong>di</strong>sposto<br />
ad abbracciare qualunque am m aestram ento<br />
e, non <strong>di</strong>spregiando veruna specie <strong>di</strong> dottrina e <strong>di</strong><br />
eru<strong>di</strong>zione, coltivava volentieri, fin da la tenera<br />
età, anche la poesia '). Leggeva, nel tempo della<br />
prim a giovinezza, brani <strong>di</strong> buone orazioni e versi<br />
gravi e maestosi, e ne riteneva la sostanza a memoria,<br />
ingegnandosi <strong>di</strong> renderne i pensieri e i<br />
concetti con parole migliori e con frasi più eleganti.<br />
Che, anzi, poiché vide aver gli autori, ch’ei stu<strong>di</strong>ava,<br />
già usati i term ini più propri e più<br />
adatti, non volendo ripeterli o servirsi <strong>di</strong> peggiori,<br />
preferiva tradurre dal greco versi e passi <strong>di</strong><br />
orazioni, arricchendo il suo stile con parole e frasi<br />
‘) Plut. Cic. 2.